Morti nel Piave, sindaci dal prefetto di Treviso: più controlli e segnaletica
Dopo la fine di Adna, la Procura apre un’inchiesta. Sidoti convoca gli amministratori dei Comuni. Della Pietra: «Siamo preoccupati, serve un piano». Marcon: «Bisogna fare rispettare le regole»

Due giovani vite spezzate in soli dodici giorni nelle acque del Piave hanno acceso il campanello d’allarme nelle istituzioni locali, che ora corrono ai ripari per fermare le tragedie: si prevede per la prossima settimana un tavolo in Prefettura tra tutti gli enti coinvolti.
Dopo la morte della piccola Adna Islamad, 9 anni, e del 21enne Dennys Navas pochi giorni fa, urge trovare delle soluzioni a fronte di un’estate che si prevede torrida e con sempre più persone che cercheranno refrigerio nel fiume, spesso ignorandone i pericoli e i divieti.
La Procura di Treviso, nella persona del sostituto procuratore Michele Permunian, ha aperto un fascicolo, al momento senza ipotesi di reato né indagati, sull’incidente in cui ha perso la vita Adna, trascinata sul fondo del Piave dalla corrente. L’autopsia sul corpo della bambina non è stata ritenuta necessaria.
Il tavolo
Il sindaco di Spresiano Marco Della Pietra ha chiesto di convocare un tavolo con tutti gli enti interessati per affrontare la problematica del Piave, e ha trovato risonanza.
«Ho fatto una lunga e accorata chiacchierata al telefono con il prefetto Angelo Sidoti. È preoccupato quanto noi, ci sarà un incontro la prossima settimana», spiega Della Pietra.
Il prefetto di Treviso Angelo Sidoti si è mosso lunedì 30 giugno dopo aver sentito il primo cittadino di Spresiano. Il vertice vedrà la partecipazione dei primi cittadini dei Comuni rivieraschi, dell’Autorità di bacino, del Genio civile, delle forze dell’ordine e di altri enti coinvolti; dopo che un incontro era stato preannunciato già dopo la morte di Dennys Navas.
«Non ci aspettavamo un altro evento tragico in così poco tempo» continua Della Pietra. «Sono diversi gli enti da convocare e far combaciare tutto: siamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda».
Spiagge e divieti
Tra i temi che verranno affrontati, c’è la questione della balneabilità del Piave. «Il punto di partenza è che il Piave non è balneabile ma non si può impedire alle persone di andarci» spiega il sindaco di Spresiano.
«Il prefetto si è dimostrato aperto verso la possibilità di spiagge attrezzate, pur con la garanzia della massima sicurezza per i frequentatori».
Il tavolo non si limiterà a discutere di divieti, ma affronterà anche la prevenzione. Si studierà un piano per informare e educare i giovani sui rischi del fiume e si cercheranno nuove strategie per comunicare efficacemente con la comunità straniera, spesso meno consapevole delle specifiche pericolosità del Piave.
Tradotto, bisogna ripartire dalle scuole e valutare un nuovo sistema di segnaletica (anche più evidente, se necessario) per arrivare a tutti.
«Sarà un tavolo che dovrà affrontare molte tematiche. Le idee sono molte, dobbiamo poi metterle in pratica» conclude Della Pietra.
Marcon: «Intervenire»
Anche il presidente della Provincia di Treviso Stefano Marcon interviene dopo la morte della piccola Adna Islamad.
«Massimo cordoglio per l’incredibile tragedia avvenuta, che segue quella di un altro ragazzo a soli pochi giorni. Non c’è nulla di più tragico per un genitore che perdere una figlia» così Marcon, che si unisce all’appello per un’azione immediata.
«Anche per questo, vista la situazione e l’evidente stato di abbassamento della soglia dell’attenzione riguardo la pericolosità del Piave, mi auguro che a breve la prefettura convochi un tavolo con tutti gli attori in causa per definire un’azione comune. I divieti ci sono, vanno rispettati e forse serve un’azione di sensibilizzazione ulteriore intorno al nostro fiume».
I precedenti
L’ultima tragedia domenica quando la piccola Adna Islamad, una bambina di 9 anni di origine macedone residente a Cavaso, è annegata in località San Giacomo a Pederobba. Solo dodici giorni prima, il 18 giugno, il Piave aveva già inghiottito la vita di Dennys Navas, 21 anni, annegato a Fagarè di San Biagio dopo essersi tuffato e non essere più riemerso.
Il 2 luglio 2021, quasi nello stesso punto in cui è scomparsa Islamad vicino allo stabilimento Cementi Rossi, il Piave aveva già strappato via un’altra vita: Lammouchi Mohsen, un 54enne tunisino residente a Caerano.
Si era tuffato nelle acque per soccorrere la figlia e un’amica, entrambe quattordicenni, che si trovavano in difficoltà. Mentre una delle ragazze riuscì a raggiungere l’altra sponda, il padre fu trascinato via dalla corrente, scomparendo in un gorgo che lo inghiottì impedendogli di riemergere.
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