E’ morto Mario Borsato, icona della moda italiana: vip e star vestite dal couturier trevigiano
Si è spento a 83 anni Mario Borsato, stilista trevigiano noto per le sue creazioni rivoluzionarie e clienti internazionali come Liz Taylor e la moglie di Mubarak. Dal successo a Milano alle ville di Treviso e Ibiza, Mario Borsato ha segnato un’epoca

Un genio della moda, che ha vestito vip e star, esaltando il fascino femminile, un simbolo di un’epoca spensierata e felice, e di una gioia di vivere tutta trevigiana di cui restano, nella memoria collettiva, le feste a tema nella sua villa di Campocroce, dove, come peraltro nella sua dimora ad Ibiza, «vedevi tutto e di più», come dice ancora oggi chi c’era.
E sì, Mario Borsato, scomparso ieri mattina ad 83 anni, è stato anche un’icona, e non solo un brand che dalla provincia è sbarcato per almeno tre lustri a Milano, in via Montenapoleone, testimone principe della Milano da bere e del boom planetario della creatività e dello stile italiani. E poi Venezia, Parigi, in avenue George V. Aveva cominciato a 12 anni, con papà Arturo, in piazza Borsa (lì oggi c’è Mazzoli) in una famiglia che vedeva anche lo zio Ciccio ricercato sarto in Calmaggiore.

Ma la linea esclusivamente maschile del padre stava stretta a Mario, che covava le sue idee per la moda femminile, e nel frattempo sviluppava i suo contatti con altri stilisti (Albini, il creatore del pret-a-porter in Italia, ma anche i giovani Gianni Versace e Giorgio Armani, per citarne solo due che sarebbero diventati famosi).
«Nel 1965 feci il primo vestito, per mia cognata, per una prima dell'opera al Comunale» raccontava sempre il couturier. «In tessuto francese, bianco, con disegni oro e rosso corallo. Tutto bordato di paillettes argento e coralli veri».
E nel 1974 prese con decisione la sua personalissima strada, aprendo in via Manin una boutique assolutamente rivoluzionaria per la città: 17 vetrine, 700 metri quadri. « Durerà da Natale a Santo Stefano», dissero allora i trevigiani. Non fu così: dal 1975 al 1978, i tre anni forse più esaltanti della sua produzione, Borsato avrebbe creato collezioni assolutamente innovative, che avrebbero sfondato. E l’ufficio di rappresentanza a Milano divenne uno showroom, ricercatissimo, uno dei templi della haute couture o anche quadri e arredi suoi Versace, Armani, aperto un tempo a Treviso).

Anni straordinari, di successi e di clienti illustri, dai vip di provincia alle star internazionali, dalla moglie del presidente egiziano Mubarak (la scorta invadeva le sale) a Liz Taylor, che con un suo cappotto con il bordo di pelo sbarcò a Roma destando subito l’attenzione dei paparazzi e dei concorrenti.
«L'ho imparato dal mio maestro, Yves Saint Laurent: la donna è elegante quando veste con sobrietà», amava dire Borsato. E ancora: «Una donna sexy è quella non troppo spogliata». Fu tra i primi a scoprire Ibiza, sino ad allora isola degli hippie, e ad acquistarvi una villa, futura meta di tutti i vip dell’epoca, nonché dei suoi amici trevigiani. Mai Borsato, nemmeno all’apice del successo internazionale, dimenticava gli amici e la piazza, dimensioni che ha sempre coltivato.

E da cui mai si è voluto staccare, sino al buen retiro nella villa di Campocroce, nelle cui scuderie ha messo infine a pensione i suoi adorati cavalli. Negli anni ’90, il primo trasferimento logistico al ponte dea Goba, quindi l’apertura dell’atelier in viale della Repubblica, con magazzini, studi, spazi di servizio e fucine creativa. E nell’arco di quel decennio Borsato avrebbe prima vissuto il coinvolgimento in un inchiesta giudiziaria per droga – accusato da un ragazzo – e infine scoperto sempre più la distanza dall’evoluzione del mondo della moda, sempre più business oriented.
E nel 2010, con il figlio Francesco, la scelta di chiudere e di ritirasi definitivamente da passerelle e atelier. La sua vena creativa non era più adatta ad un mondo che si era rapidamente trasformato.
Lascia la moglie Maddalena, i figli Francesco e Giulia, i nipoti Alessandro e Andrea, figlio del fratello Paolo, scomparso anni fa, che aveva continuato l’attività in piazza Borsa. I funerali lunedì alle 14.45, a Santa Maria Maggiore. —
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