Marca versione british caccia alla (finta) volpe
Tra le molte iniziative culturali promosse dall’azienda vinicola trevigiana di proprietà della famiglia Moretti Polegato e Geox, rientra la battuta simulata di Drag Hunting. La magia della battuta di caccia alla volpe a cavallo simulata è sottile. Tutto è vero ma nello stesso tempo tutto è finto.

ORGANIZZATA DALLA FAMIGLIA POLEGATO CON PARTENZA DA VILLA SANDI La partenza della caccia alla volpe (...CHE NON C'E')dell'anno scorso
Pertanto la seconda edizione della battuta in perfetto english style, ospitata ieri a Villa Sandi di Crocetta del Montello, riconferma il ruolo di primo piano dell’azienda non soltanto a livello produttivo, ma anche culturale. Vestiti di tutto punto in una mise tradizionale, con l’abito rosso o nero, il cap o la bombetta, la camicia bianca e il plastron, i pantaloni da equitazione e gli stivali in pelle, una cinquantina tra cavalieri e amazzoni della «Società Mitteleuropea della Caccia a Cavallo» si sono radunati nel parco dello splendido edificio palladiano del ’600, ovvero Villa Sandi. L’ingresso trionfale è stato accompagnato dalla «Fanfare Herrenchiemsee» scritta da Filippo Zambelli e suonata dal Quartetto di ottoni della Filarmonica «Guido Monaco» di Arezzo, in attesa del bicchiere della staffa: l’immancabile brindisi di benvenuto. Di seguito, i cavalieri e i loro segugi sono partiti alla volta della caccia, mantenendo le andature declamate a gran voce dal barone Sergio Penner von Sarnthein in qualità di Master of Foxhounds, o Master, la massima autorità a cui compete stabilire il percorso. Quello stesso percorso che si è dimostrato ricco di ostacoli naturali, della durata circa di tre ore per un totale di 12 chilometri, tra i piedi del Montello e il greto del Piave. Non è mancata qualche sfortunata caduta, passata immediatamente in secondo piano non appena il barone Sergio Penner von Sarnthein ha aperto l’inseguimento finale con un lungo suono del corno. E così, dopo l’obbligo di rispettare l’unica vera regola durante la caccia, ossia quella di non sorpassare mai il Master e tenere l’andatura da questo imposta, tutta l’abilità dei cinquanta illustri cavalieri è emersa nell’inseguimento finale di un fantino con una finta coda appuntata alla spalla per simulare la volpe, che per ore aveva disseminato tracce odorose della preda con un tampone apposito. Al seguito dei prodi, anche alcuni selezionati spettatori tra i quali l’economista e saggista statunitense Edward Nicolae Luttwak e consorte, in comode carrozze. Lungo il tragitto i cavalieri hanno effettuato una breve sosta, all’incirca a metà percorso, radunandosi nella casa di caccia di proprietà del demanio in concessione all’Azienda faunistico venatoria «Alto Piave», giusto il tempo di far riposare i cavalli e ritemprare le energie dei protagonisti. In programma c’era la premiazione del vincitore, ma alla fine lo spirito di gruppo e la felice scampagnata all’aria aperta hanno avuto la meglio.
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