Marazzato, accordo con i sindacatimobilità per 82 dipendenti
Crisi Marazzato: partono oggi le lettere di licenziamento. Nulla da fare per gli 82 dipendenti, da stamani senza lavoro ma in mobilità. Trovato ieri l’accordo tra azienda e sindacati: via alla fase due del concordato preventivo, passato in prima istanza dal tribunale di Treviso. Un piano di rientro dei debiti che dovrà avere l’ok da parte dei creditori dell’azienda. Si fa sempre più strada l’ipotesi sulla cessione dell’area.

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Il primo passo verso il concordato può voler dire che il risanamento dei conti poggia su basi abbastanza solide. Anche per questo torna in primo piano l’ipotesi di una riconversione dell’area in ipermercato con annessi negozi. Un proposta arrivata da più investitori al concessionario multimarca con sede sulla Noalese, a due passi dall’aeroporto. Ma ora preme più di ogni cosa il piano occupazionale. Con la mobilità i dipendenti potranno contare su un assegno attorno all’80% del loro stipendio dai 12 fino ai 36 mesi, in base alla loro anzianità. Non tutti i dipendenti rimarranno però per strada. Alcuni di loro, già nei giorni scorsi, avevano fatto sapere di avere rimpiazzato il posto vacante con nuovi incarichi in aziende concorrenti. Si tratta di dipendenti con più alta specializzazione: tecnici, meccanici, e venditori che possono ora, con la lettera di mobilità, firmare il nuovo contratto. Per gli altri scatterà invece l’ammortizzatore durante il quale si cercherà di trovare loro una nuova occupazione. Il complesso iter che ha portato al primo accordo tra gli attori della complicata partita si è sbrogliato in pochi giorni. Il commissario nominato dal tribunale il 22 maggio è Liviana Scattolon, sindaco di Villorba e big della Lega, alla quale è spettata la funzione di controllo su tutta la procedura di ristrutturazione dei debiti. Stretti i tempi, Scattolon ha portato l’azienda ad un primo parziale traguardo. Con l’attivazione della mobilità si sblocca il nodo dei dipendenti e si dà spazio alla contrattazione con i creditori. Le banche saranno quindi in prima fila, nella speranza di portare a casa il 100% del debito residuo vantato nei confronti di Marazzato, falcidiata dalla lunga crisi del settore auto. Già nel 2007 il passivo superava i 40 milioni di euro, di cui 25 in capo ai solo istituti di credito. Il 2008 è stato però l’anno della definitiva debacle, con le concessionarie del gruppo trevigiano arrivate ad optare per un’amara chiusura. La riunione dei creditori per esaminare lo stato del passivo è stata indetta invece il 24 giugno prossimo.
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