Le sette migliori cucine di Marca

Due cappelli all’Undicesimo Vineria, Osteria alla Chiesa in crescita, il Perchè tra le migliori pizzerie

TREVISO. Uno su mille ce la fa. Solo il premio di giovane chef dell’anno a Francesco Brutto di “Undicesimo Vineria” (dove è rientrato due anni fa, dopo un lungo giro, diventandone proprietario) dà prestigio alla scena della ristorazione trevigiana, in cui gli autori della Guida “I Ristoranti d’Italia 2017” non hanno riscontrato nuove aperture o talenti ai fornelli degni di essere “raccomandati” ai gourmand, oltre i soliti noti.

Undicesimo Vineria è l’unico ristorante della Marca contrassegnato da “due cappelli”, tra gli 89 in tutta Italia, ed è al 16º posto nella classifica dei migliori ristoranti del Veneto (in tutto 47). Seguono altre sei cucine premiate con “un cappello”: al 20º si trova il Feva di Castelfranco, saldamente guidato da Nicola Dinato,a cui si ricoscono maturità e piatti moderni ben concepiti; il Gellius di Oderzo è 22º, e di cui viene apprezzata la mano “sorprendente” di Alessandro Breda; Donato Episcopo, chef pugliese salito a Follina dopo una lunga esperienza con Heinz Beck, fa brillare l’Hotel Villa Abbazia-La Corte della famiglia Zanon nella hit parade regionale, ponendosi sul 23º gradino per la «cucina che si muove su una intelligente linea di innovazione». Le terre fluviali del Piave, secondo l’Espresso, sono ben rappresentate da Le Marcandole (29º), il ristorante di Salgareda che la famiglia Rorato guida dal 1931, oggi con i fratelli Roberta e Alessandro, punto di riferimento per le specialità di mare (stile esportato anche alla Terrazza Mare di Jesolo dalla scorsa estate). Il 31º posto dà risalto a Monfumo, in cui opera Claudio Gazzola nella Osteria alla Chiesa: «sorprendente anche se non del tutto inaspettata la progressione in cucina di Claudio Gazzola» annotano gli autori. Ed è il paesaggio tra Piave e Prealpi sullo sfondo che dà atmosfera bucolica alla Trattoria alla Libera, una presenza fissa della guida. Andrea Stella si guadagna il cappello e il 36º posto grazie alla «bella capacità di ricreare i piatti storici con intelligente innovazione». Soprattutto a conquistare è l’orto di casa di 2000 mq, straordinaria riserva di aromi, erbette e verdure per i piatti stagionali vanto della casa. Fin qui la lista dei “cappelli”. A cui si affiancano ristoranti, enotavole, osterie che hanno meritato la sola recensione o segnalazione (e se ci sono, tra migliaia di realtà ristorative, non è poco). Di Treviso capoluogo raccontiamo in un articolo ad hoc. Ma è la provincia, come si è visto, a porsi come terreno fertile di buone cucine. La guida 2017 non si discosta molto dalla edizione 2016 ed include: Ombre Rosse a San Trovaso di Preganziol, osteria “piccolo tempio” del bere di qualità da tutto il mondo; l’inossidabile Menegaldo di Monastier la cui forza è sempre la gradevole cucina di mare; il ristorante Gigetto di Miane («è bello sapere che c’è» sottolinea la recensione); vale una sosta la Cantina Mediterraneo nella bella Rotonda di Badoere; la Trattoria alla Cerva di Serravalle (Vittorio Veneto) apprezzata per la “sopa coada” e la “renga”; la Locanda Marinelli a Col San Martino, nella zona del Prosecco storico, di cui piace la cucina territoriale “contaminata” da profumi mediterranei. Solo una segnalazione per la Locanda La Candola a Farra di Soligo. Ad aprire l’elenco delle località venete in guida è la “A” di Asolo, grazie alla Locanda Baggio: Nino ai fornelli, Antonietta in sala, questa bella casa del 1700 è un luogo consigliato per i piatti di carne e pesce che rispettano le stagioni con modernità e gusto. Per finire con la sezione dedicata ai migliori poati della pizza gourmet in Italia: per la Marca figura solo il Perchè di Roncade, sulla Treviso Mare.

Cristiana Sparvoli

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