L'Arpav vende il battello oceanografico
Per risanare i conti in rosso è pronto un piano di rientro di 3,8 milioni

L’imbarcazione oceanografica dell’Arpav
PADOVA.
Dopo gli sfarzi della vecchia gestione, che hanno fatto precipitare nel baratro i conti dell'Arpav, il neo manager Chicco Pepe ha chiuso i rubinetti. Ha preso avvio un nuovo capitolo dell'agenzia regionale per la Prevenzione e Protezione ambientale: parola d'ordine, austerity. Troppe auto, troppe sedi, troppi dipendenti. Pare sia di troppo pure il battello oceanografico, fiore all'occhiello dell'amministrazione Arpav targata Andrea Drago. A poco più di un mese dal suo insediamento, il direttore generale Carlo Emanuele Pepe ha varato un poderoso piano di tagli per tentare di ripianare un bilancio che da anni porta il segno meno. Conti in rosso finiti nel mirino della Procura della Repubblica di Padova. Imperativo categorico del nuovo corso, «Risparmiare»; obiettivo, recuperare al più presto tre milioni 800 mila euro. Dati alla mano, il direttore amministrativo Giuseppe Olivi ha quantificato una perdita di esercizio nel solo 2010 pari ad oltre due milioni 700 mila euro. Direttori generale ed amministrativo hanno chiesto al Consiglio regionale 100 milioni di euro per far risorgere l'Agenzia. Nel frattempo, per dimostrare che è cambiata musica, hanno dato il «la» a sforbiciate a spese ed attività ritenute non indispensabili. «Verificata la gravità della situazione - scrive Pepe - si sta procedendo con la predisposizione di un piano di rientro, cui seguirà un piano di razionalizzazione». Calerà la mannaia su oltre un terzo delle quarantacinque sedi Arpav: «Obiettivo è la dismissione di diciotto strutture decentrate o scarsamente utilizzate. Tale attività si ipotizza possa comportare un risparmio annuo di 400 mila euro». Tagli in vista anche sul fronte laboratori. Attraverso «sinergie ed integrazioni» Pepe ed Olivi contano di spendere 1,2 milioni di euro in meno. Capitolo battello oceanografico, imbarcazione preposta alle attività di ricerca e monitoraggio ambientale: «Si sta studiando - continua Pepe nel documento che contiene il piano di rientro - un accordo con la Capitaneria di Porto per l'espletamento dell'attività istituzionale dell'Agenzia che potrà comprendere anche ipotesi di gestione integrata del battello o, nel caso di non economicità della proposta, di alienazione del battello stesso». Tasto dolente della vecchia gestione, il parco auto dell'Arpav: troppi 229 mezzi. Mediamente non giungono a macinare nemmeno diecimila chilometri l'anno, ma costano oltre mezzo milione di euro. Pepe e Olivi contano di risparmiare un bel gruzzolo sfoltendo la squadra dei dipendenti: la mancata sostituzione dei pensionamenti ha già permesso di recuperare 580 mila euro nel 2011, ma è in programma il trasferimento di personale ad altre pubbliche amministrazioni, cosa che «consentirebbe un risparmio di un milione 150 mila euro». Carlo Emanuele Pepe prevede pure la razionalizzazione dei sensori di monitoraggio: «Ci sono in gestione all'azienda 329 stazioni di controllo della qualità dell'aria. Si sta analizzando l'ipotesi di razionalizzare la distribuzione delle stazioni in relazione alla normativa europea». Risparmio previsto, mezzo milione di euro. Buoni propositi a parte, Pepe e Olivi sottolineano che «stante l'attuale situazione finanziaria è indispensabile chiedere alla Regione un intervento straordinario che consenta il ripiano».
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