La produzione industriale riparte e attira capitali
Ordini interni in crescita nel polo metalmeccanico della Marca e del Padovano L’export non tradisce, tra gli imprenditori aumenta la propensione a investire

DeMarchi Castelfranco azienda Castelgarden sciopero dipendenti Antonio Bianchin, Elio Boldo e Stefano Bragagnolo DeMarchi Castelfranco azienda Castelgarden sciopero dipendenti
TREVISO. Continua la crescita occupazionale nella Marca dove le quattro big del polo metalmeccanico, mai come negli ultimi mesi, stanno portando avanti un rafforzamento della forza lavoro. La conferma giunge da Antonio Bianchin, il segretario generale della Fim Cisl di Treviso-Belluno, che sottolinea come la congiuntura sia favorevole all’investimento di capitali esteri. Il quartetto di realtà industriali, ciascuna con oltre 500 dipendenti, presenta livelli di proprietà variegati: due sono controllate da capitali esteri, una appartiene ad un gruppo extraveneto mentre l’unica trevigiana doc è De’ Longhi, attiva in tutto il mondo e quotata a Piazza Affari.
«Il tratto comune a queste aziende», osserva Bianchin «è la forte internazionalizzazione del business e, dal punto di vista delle relazioni industriali, la spiccata vocazione a procedere attraverso accordi con il sindacato». De’ Longhi ha sede alle porte del capoluogo trevigiano: colosso del piccolo elettrodomestico, ha chiuso anche quest'anno con un fatturato in linea con il budget. Fondata nel 1902, l’impresa oggi viaggia oltre 1,8 miliardi di vendite, trainata dalle macchine da caffè di gamma alta, che sono prodotte in loco (a differenza degli altri segmenti realizzati a Cluje, in Romania) e registra crescite di fatturato a doppia cifra da anni. De’ Longhi oggi impiega in Italia circa 1300 dipendenti e la progressione in investimenti in ricerca e sviluppo è costante.
Se ci spostiamo a Castelfranco Veneto troviamo la Ggp (ex Castelgarden), attiva nella produzione di trattorini e rasaerba, che dalla crisi si è rialzata cinque anni fa con l'intervento di fondi di investimento stranieri. Ora il suo fatturato viaggia a 480 milioni di euro. Con una lavorazione connotata da forte stagionalità, da qualche tempo Ggp gode di un’estensione degli ordini grazie anche all'allargamento della produzione alle macchine spalaneve in periodi dell'anno prima a velocità ridotta. I 200 dipendenti a termine, che si sommano ai 600 in pianta stabile, quest'anno avranno il contratto prorogato di almeno altri due mesi fino a luglio.
Numeri da record anche alla Sole di Oderzo, azienda dell'automotive che appartenente a Prima Sole Components, gruppo di Frosinone. La necessità di «spingere» sull’utilizzo degli impianti ha portato, lo scorso autunno, alla sottoscrizione di un accordo sindacale per ottenere turni da sei ore per sei giorni (ma a volte sono necessari anche straordinari, pure di domenica) a fronte del quale sono state accordate 40 nuove assunzioni su un organico già di 600 addetti. Sole, che fornisce componenti per case automobilistiche di tutto il mondo, vanta oggi un fatturato vicino ai 190 milioni.
Di pochi giorni fa la notizia che allo stabilimento di Susegana dell'Electrolux, 1200 dipendenti, non si ricorrerà più (almeno fino alla fine del 2017) al contratto di solidarietà. L'arrivo di ordini per altri 10mila frigoriferi (da 820 mila previsti a 830 mila) ha anche portato alla richiesta di praticare sei sabati di straordinario dalla metà di agosto in poi, dopo un rafforzamento dell'organico, nei mesi scorsi, attraverso il “prestito” di una ventina di addetti dello stabilimento di Solaro, nel Milanese.
Anche Confindustria Padova attende un inizio di anno in crescita. I numeri ufficiali saranno diffusi tra qualche giorno ma le prime impressioni sull'andamento della produzione industriale sono positive. La produzione è attesa in crescita dal 28,9%, in calo dal 12,5% degli imprenditori intervistati con un saldo di opinione da +6 a +16. Ancora in recupero gli ordini interni, in aumento per il 26,1%, in calo per il 10,5 (saldo da +6 a +16). Intonata la fiducia sulla domanda estera, in aumento per il 26,5%, giù per il 7,7%. Restano prevalenti i giudizi di stabilità per l'occupazione (75,1%), il 15,8% aumenterà gli organici. Nonostante le incognite globali e l'instabilità politica, la propensione ad investire riguarda oltre 7 aziende su 10 (72,5%), spia di una possibile ripresa degli investimenti tirati dal 4.0. Il 24,9% li aumenterà, il 45,5% li manterrà stabili. Prevalgono gli investimenti in innovazione tecnologica, R&S, sostituzione di impianti.
Nicola Brillo
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