La preside del liceo a Sacile: "Assente da settimane"

Anche le compagne di scuola sono in ansia: "Avevamo paura fosse un altro caso Scazzi"
SACILE (PORDENONE).
«Confermiamo l'assenza prolungata dalle lezioni al liceo». Un banco vuoto da settimane, nella classe 1A dell'indirizzo scienze umane al Pujati di Sacile: è quello della studentessa scomparsa da casa venerdì scorso, a Vittorio Veneto. La dirigente Annamaria Pascale è davvero dispiaciuta. «Non conosciamo le ragioni delle assenze prolungate nell'avvio dell'anno scolastico - ha detto ieri, la numero uno del Pujati tutelando al massimo la privacy -. Abbiamo contattato la famiglia e la studentessa, fin dai primi giorni di assenza. Speriamo che torni al più presto a scuola».


Potrebbe essere una goliardata, da adolescente inquieta. «Sono ammalata - aveva risposto al cellulare la quindicenne, contattata un paio di settimane fa -. Tornerò in classe quando starò meglio». Di fatto, nessuno l'ha più vista nel primo piano della sede staccata, nel parco Balliana.


Tra i compagni pendolari sul pullman Vittorio Veneto-Sacile c'è chi giura sull'addio al liceo: la ragazza potrebbe avere deciso di abbandonare da scuola, oppure di prendersi una pausa sabbatica. La liceale era stata bocciata nel giugno scorso, dopo avere frequentato la prima classe liceale dell'indirizzo psico-socio-linguistico: un anno travagliato e "bucato" di assenze come groviera. Inutili, i tentativi di recuperare il profitto precipitato a livelli gravemente insufficienti e di farle sentire il bello della scuola. E' un caso a sé, nel panorama del Pujati che ha valori alti di successo scolastico e abbassa l'asticella del"drop-out", con la pedagogia del recupero e dell'accoglienza.


La frequenza di ogni allievo è sotto la lente, tutti i giorni: se uno studente non è in classe, la dirigente Pascale avvisa la famiglia. «Che non diventi un caso come quello di Sarah Scazzi - hanno fatto gli scongiuri Ilaria e Alessia, matricole del Pujati impressionate dalla fuga della coetanea -. Ci sono tanti "orchi" in giro. Preghiamo perché ritrovi la sua strada». La scuola, con la fuga della teenager non c'entra. Chi la conosce a Vittorio Veneto, racconta i tira e molla con lo studio, l'ambivalenza nelle relazioni famigliari e la tentazione di superare i limiti, con la trasgressione. Di lei, resta un banco vuoto e una serie di assenze vergate sul registro di classe: troppe per una ragazzina di 15 anni, in fuga dal mondo e da se stessa.

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