La Lega: congressi dopo le elezioni

Il Carroccio teme che la sfida di Verona si trasformi in una guerra
Il presidente della Liga Veneta-Lega Nord, Flavio Tosi, con il segretario Gian Paolo Gobbo
Il presidente della Liga Veneta-Lega Nord, Flavio Tosi, con il segretario Gian Paolo Gobbo
VENEZIA.
S'ode a destra uno squillo di tromba. E' il Tir di via Bellerio che arriva in sorpasso dalla parte che non ti aspetti: il vostro congresso non s'ha da fare. Una tranvata sulle orecchie dei leghisti veronesi: il loro congresso provinciale si doveva tenere domenica prossima. Che è successo, perché il rinvio, a quando? Nessuno lo sa con precisione. Il sindaco Flavio Tosi non fa commenti. Il segretario provinciale uscente Matteo Bragantini, che è anche deputato, è impegnato a Montecitorio. I candidati in pectore, Paolo Paternoster presidente dell'Agsm e Silvio Menegazzi consigliere provinciale, ne sanno meno degli altri.


L'unica cosa che rimbalza dal Tir di via Bellerio che si allontana strombazzando, è che il rinvio del congresso è materia del federale ma la riconvocazione spetta al nazionale. Tradotto in veneto, tocca al segretario regionale Gian Paolo Gobbo decidere la data. Ora, sarà per colpa del martedì grasso, ma il Gianpa non ha voglia di prenderla sul serio: «Cosa vuoi che sia, stabiliremo anche la data del congresso di Verona, vedremo, non si sa, ne parleremo, in qualche modo faremo». Addirittura: «Sai come sono i tempi della politica». Come i tempi della politica: non erano questi che vi facevano andare in bestia? «Ma sì, ma queste sono cose che non interessano a nessuno». Ai vostri iscritti interesseranno o fate i congressi senza di loro? «I nostri iscritti non leggono queste cose sui giornali». Il tiramolla va avanti un bel po' prima che arrivi la notizia. Ufficiosa, ma dalla bocca di Gian Paolo Gobbo: il congresso provinciale di Verona andrà con ogni probabilità a dopo le elezioni amministrative di maggio. Lo stesso capiterà al congresso provinciale di Padova, fissato per metà aprile. «Si sposterà tutto a dopo le elezioni». Come è già successo con il congresso di Treviso? «Sì, appunto».


Il primo turno delle elezioni amministrative è in calendario il 15 maggio, il ballottaggio il 29. Poi c'è il referendum il 12 giugno. Si rischia di andare troppo avanti, a ridosso delle vacanze. Magari c'è il segreto intento di rinviare tutto a settembre. In ogni caso lo stato maggiore della Lega veneta ottiene altri mesi di ossigeno, frenando il ricambio e l'ora di un'onesta pensione per Gian Paolo Gobbo. I congressi di Verona, Padova e Treviso sono fondamentali per andare al congresso regionale, che dovrebbe sancire questo passaggio.


Passaggio difficile, per un partito monolitico come la Lega. Lo dimostra quello che sta accadendo a Verona, dove pure la supremazia interna di Tosi-Bragantini è schiacciante. Il gruppo del sindaco (candidato Paternoster) viene dato 80% a 20% su quello di Federico Bricolo e Francesca Martini (candidato Menegazzi) che fanno capo a Gobbo. Il rinvio servirebbe ad Alessandro Montagnoli, altro deputato del 20%, per presentare la candidatura al posto di Menegazzi. E ragranellare qualche voto in più, in un congresso a porte chiuse.

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