La capretta mascotte dei bambini sgozzata nel recinto e poi rubata

L’episodio macabro a Fontanelle. Luigi Cecchetto, che teneva i due animali per i piccoli in un terreno sulla Cadore Mare, ha sporto denuncia. A Ferragosto un caso analogo a Tezze
Niccolò Budoia
Le due caprette che Cecchetto custodiva sulla Cadore Mare. Una è stata sgozzata
Le due caprette che Cecchetto custodiva sulla Cadore Mare. Una è stata sgozzata

È stata tremenda la scena che venerdì mattina, 5 settembre, si è parata davanti agli occhi di Luigi Cecchetto. È stato solo allora che ha scoperto come qualcuno, nella notte fra giovedì e venerdì, fosse entrato nel recinto delle sue capre, ne avesse presa una e l’avesse sgozzata sul posto, lasciando tantissimo sangue a terra e portandosi via l’animale ormai morto.

Quello di Fontanelle è il secondo caso simile: il primo si era consumato verso Ferragosto, quando dall’asilo di Tezze erano sparite due capre trovate morte nei giorni seguenti.

Come ogni mattina Cecchetto, che abita lungo la Cadore Mare nel tratto fra Camino e Lutrano, era andato a dar da mangiare e da bere ai suoi animali. Li tiene vicino a un casolare disabitato non di sua proprietà, ma il desiderio di far star bene quegli animali aveva convinto anche il proprietario di quell’edificio a dargli il libero accesso all’area: «Quando mi sono avvicinato ho notato una grande chiazza di sangue vicino al recinto delle caprette. Non riuscivo a capire, quindi ho chiamato i due animali e quando solo la più vecchia è arrivata ho capito cos’era successo», racconta Cecchetto.

Sconvolto, l’uomo quella stessa mattina ha denunciato il fatto ai carabinieri: uccidere un animale con crudeltà è punito dal codice penale con la reclusione da quattro mesi a due anni.

Cecchetto ha spiegato agli uomini dell’Arma di come a casa sua ci siano delle telecamere: «I filmati sono a loro disposizione. Hanno usato una crudeltà disumana, una cosa del genere non la fa una persona soltanto: erano almeno in tre o quattro», continua. Chi ha ucciso l’animale lo ha fatto bloccandolo, mettendolo a testa in giù e quindi sgozzandolo: è questo ciò che indica il fatto che il sangue abbia lasciato per terra l’impronta della testa e delle corna della bestiola.

Cecchetto non è un allevatore: le due caprette le accudiva soprattutto per regalare un sorriso ai bambini, dal momento che erano tanti quelli che passeggiando lungo la pista ciclabile che costeggia il recinto si fermavano ad ammirarle e ad accarezzarle. Ed è stata proprio la pista ciclabile forse a favorire l’azione e poi la fuga di chi ha concepito un’uccisione così macabra: «Qui ci sono molti cespugli che nascondono anche una persona intera. Adesso ho paura che facciano qualcosa di così terribile anche all’altra capretta, l’unica che mi è rimasta», confessa Cecchetto, che teme come l’azione subita sia collegata a quella appunto che ha colpito l’asilo di Tezze.

Ma questi al momento sono solo sospetti: saranno i carabinieri a dover indagare sui fatti, cercando il responsabile di una uccisione così tremendamente barbara. Sono tante le domande che al momento non possono che restare aperte: è stata uccisa per essere mangiata o si tratta di pura crudeltà? E, soprattutto, i due episodi sono davvero collegati?

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