A 80 anni fa ancora l’istruttore di guida: «E non voglio smettere»

Cesare Anzanello di Ponte di Piave, in provincia di Treviso, insegna a guidare da sessant’anni, di cui cinquanta con la sua autoscuola: «Ho fatto prendere la patente a dodicimila persone. Ho iniziato con una Fiat 600»

Alvise Tommaseo
Cesare Anzanello con un'auto della sua scuola guida
Cesare Anzanello con un'auto della sua scuola guida

Sessant’anni, ininterrottamente, sulle strade per insegnare come si guida. Cesare Anzanello, opitergino per residenza, ma stabile a Ponte di Piave per lavoro, è il più longevo istruttore di guida della provincia di Treviso.

Ha iniziato l’attività nel lontano 1964 come dipendente dell’agenzia automobilistica Da Ros di Oderzo, alternandosi nelle quattro autoscuole allora esistenti ad Oderzo, Motta di Livenza, San Polo di Piave e Ponte di Piave.

La storia 

Dieci anni dopo Cesare Anzanello si è messo in proprio, aprendo una scuola guida a Ponte di Piave che, nel tempo, si è spostata da via Roma a borgo Sottotreviso per poi trasferirsi in piazza Garibaldi, dove si trova attualmente e che viene condotta insieme a Claudia De Carlo e a sette collaboratori.

«Penso», sintetizza l’esperto istruttore, «che con me abbiamo conseguito la patente di guida circa dodicimila allievi. All’inizio li istruivo alla guida di una Fiat 600, poi di una 850, quindi di una 127. Negli anni ’70, per un breve intervallo, sono passato alla Simca, per tornare poi alle Fiat, in ordine di tempo, 128, Ritmo e Punto. Da qualche anno abbiamo scelto autovetture Opel».

Mediamente, ogni giorno, Cesare Anzanello percorre, al fianco dei propri allievi, circa 200 chilometri di strade di ogni genere. «In questo lunghissimo arco di tempo», sottolinea, «fortunatamente non abbiamo provocato incidenti, anche se in tre occasioni siamo stati tamponati».

Solo in un’occasione Anzanello se l’è vista brutta. È successo molti anni fa quando al volante si trovava una suora di una certa età «giunti all’altezza di una curva piuttosto stretta» ricorda oggi con il sorriso, «invece di frenare e girare, è andata dritta e siamo finiti così, senza incredibilmente provocare alcun danno, in mezzo ad un vigneto».

Un’altra scuola

Dagli anni sessanta ad oggi è cambiato tutto radicalmente. «A quei tempi», sottolinea, «gli allievi delle scuole guida erano adulti, quasi sempre contadini maschi che venivano soprattutto nei mesi invernali, quando le campagne richiedono meno lavoro. Pochissimi erano i diciottenni, come pure le donne, tutto l’inverso di quello che succede oggi».

All’epoca, non esistevano controlli e prevenzione sulla guida in stato di ebbrezza e le droghe non si sapeva nemmeno cosa fossero. Oggi alle scuole guida si presentano tanti allievi di nazionalità diverse «alcuni», sintetizza Cesare Anzanello «provengono da Paesi dove il traffico è molto scarso e non sono abituati a prevenire i pericoli».

E anche il rapporto personale maestro–allievo è mutato con il passare del tempo «una volta si creava una certa confidenza, quasi un’amicizia che rimaneva nel tempo. Oggi invece no, c’è più distacco, solo un rapporto di lavoro».

E di andare in pensione al momento non se ne parla, «ho compiuto da poco gli ottant’anni che, per ora, non sento; quindi sono assolutamente determinato a continuare il lavoro che ho sempre svolto con tanta passione».

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso