Iov, nuovo codice etico della ricerca: «Uso responsabile dell’intelligenza artificiale»

L’atto stabilisce le regole cardine per gli scienziati che lavorano all’Irccs. No ai conflitti di interesse, agli sgambetti e alla manipolazione dei dati

Simonetta Zanetti
Ricerca responsabile e AI etica: le nuove regole dello Iov per garantire qualità e trasparenza
Ricerca responsabile e AI etica: le nuove regole dello Iov per garantire qualità e trasparenza

L’Istituto oncologico veneto ha varato il suo Codice di condotta per l’integrità della ricerca: un perimetro in cui gli scienziati sono chiamati a muoversi, poiché «il rispetto dei principi e degli standard di integrità della ricerca costituisce garanzia della sua qualità».

Il documento è stato redatto da un gruppo di lavoro costituito dal direttore scientifico, per definire le regole cardine affinché il personale in servizio all’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) possa svolgere le attività di ricerca attraverso pratiche corrette e ispirate ai principi di integrità. E se alcune regole possono sembrare lapalissiani – come l’obbligo di correttezza e trasparenza –, nel documento sono presenti anche incursioni in spazi ancora estremamente fluidi, come quello dell’intelligenza artificiale.

Valori fondamentali

I principi base del Codice cono l’affidabilità nel garantire la qualità della ricerca, la responsabilità, l’onestà nella conduzione degli studi, il rispetto per colleghi, Istituto, ecosistemi, patrimonio culturale e ambiente.

Per evitare rischi corruttivi e garantire la trasparenza, i ricercatori sono chiamati ad astenersi dal prendere decisioni o svolgere attività relative alle proprie mansioni in situazioni di conflitto di interessi effettivi o potenziali, finanziari o meno.

Nell’ambito della gestione dei dati della ricerca, uno spazio viene dedicato anche e alla protezione degli animali utilizzati ai fini scientifici o educativi nel principio delle 3R (replace, reduce, refine), ovvero sostituire, ridurre e affinare la sperimentazione animale.

Il ricercatore deve evitare la duplicazioni dei risultati e la suddivisione ingiustificata dei risultati per ottenere un numero più elevato di prodotti scientifici. Non può fabbricare dati né può alterarli o ometterli di proposito; non può pubblicare risultati ingannevoli o incompleti o ottenuti utilizzando metodi difformi da quelli previsti dallo stesso Codice.

Intelligenza artificiale

In questo scenario si inserisce anche la gestione dell’intelligenza artificiale laddove lo Iov, in qualità di Irccs, «promuove il progresso delle conoscenze mediche anche attraverso l’uso responsabile dell’AI, nel rispetto dei principi etici e della normativa che regola le attività di ricerca clinica».

In sostanza, l’Istituto si impegna a utilizzare sistemi di AI che e garantiscano intervento e sorveglianza umani, che siano cioè progettati per aumentare, integrare e potenziare le abilità cognitive, sociali e culturali umane, sostenendo il processo decisionale dell’essere umano che deve essere sempre in grado di intervenire per correggere eventuali distorsioni o danni che possano derivare dal suo utilizzo. I sistemi di intelligenza artificiale, inoltre devono essere «robusti e sicuri», progettati in modo da tutelare la riservatezza, implementando la tutela dei dati utilizzati.

Ancora, i dati che determinano la decisione dell’AI devono essere documentati e tracciabili, garantire l’inclusione e la diversità durante l’intero ciclo di vita del sistema e, nel contempo, le distorsioni identificabili e discriminatorie devono essere immediatamente eliminate. L’utilizzo di questi sistemi, deve inoltre prendere in considerazione «sostenibilità e rispetto ambientale, così come l’impatto sociale, la società e la democrazia». Infine, fondamentale è che garantiscano sempre «un correttivo umano efficace».

Condotte lesive

Oltre ai conflitti di interesse, sono ritenute condotte lesive la mancata di autorizzazione dei finanziamenti, l’ostacolo o il rallentamento dell’attività di un collega e la fabbricazione, l’alterazione e l’omissione di dati di proposito, l’utilizzo pubblicazioni proprie o altrui senza citarle e l’attribuzione di titoli non veritieri. Il ricercatore che abbia fondate ragioni e riscontri oggettivi di casi di condotte lesive è tenuto a segnalare tali casi. —

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