I monasteri della filosofia
Nei luoghi del silenzio per ascoltare e discutere. Anche di sesso
Pare che i nostri progenitori latini non avessero tutti i torti, quando alle attività puramente speculative, come la filosofia o la letteratura, assegnavano l'etichetta di «otium». Qualcosa di più di un semplice vezzo, il loro, se a distanza di millenni il fluido vagare dello spirito e il relax di un corpo immerso nella natura evocano ancora, nell'immaginario di molti, il binomio ideale della vacanza. La rassegna «Vacanze e cultura 2007», ideata dallo Studio Filosofico Domenicano di Bologna con l'eloquente slogan «La filosofia nei luoghi del silenzio», sembra proporsi quasi come una sorta di antidoto alle frenetiche catene di montaggio quotidiane.
Distensione e riflessione: una ricetta molto essenziale basata su cicli di 6 o 7 giornate seminariali riguardanti temi di interesse filosofico, artistico, musicale o psicologico, ciascuno dei quali affidato, per l'intera durata del soggiorno, a due o tre accademici italiani, sullo sfondo di monasteri o santuari di particolare pregio storico e paesaggistico. Contrariamente a quanto si potrebbe sospettare, non si tratta di velate forme di indottrinamento catechistico o propaganda confessionale, ma di iniziative di autentico respiro culturale che coinvolgono, oltre a studiosi domenicani, anche filosofi noti come Massimo Cacciari, Walter Cavini, Salvatore Natoli, e pensatori dichiaratamente laici come Giulio Giorello. «Lo scopo del progetto è proprio quello di sollecitare un confronto tra le più diverse tradizioni culturali» spiegano i responsabili della «Nuova Associazione Culturale Accademia» di Bologna, alla quale i domenicani hanno affidato la gestione organizzativa dei soggiorni.
«Il target è rappresentato prevalentemente da insegnanti e professionisti, tutti laici, dai quarant'anni in su, soprattutto donne, e ciascun appuntamento richiama una media di 30 o 40 partecipanti». I ritmi - assicurano - non sono improntati alle abitudini monastiche, sebbene le sessioni mattutine e pomeridiane delle lezioni tengano conto degli orari dei pasti e delle preghiere dei padroni di casa (cioè, a seconda dei casi, monaci o suore), ma chi lo desidera può anche approfittare dei momenti liberi per esplorare i dintorni. E se per Epicuro il luogo del filosofare era il képos o giardino, mentre Aristotele prediligeva i boschi del Liceo, gli adepti della vacanza filosofica potranno scegliere tra l'Eremo camaldolese di Napoli o il Monastero di S. Scolastica di Subiaco, tra l'Abbazia di San Benedetto in Valledacqua (Ascoli Piceno) ed altre mete analoghe, tra le quali - unica destinazione prevista per il Veneto - il centro di spiritualità situato a Castelletto di Brenzone sul Garda, proprio sulla sponda veronese del lago.
Numerosi ed eterogenei i dibattiti che animeranno le singole villeggiature: dalla pittura del Rinascimento alle correlazioni tra musica e filosofia - esemplificate da concerti dal vivo - dai presupposti filosofici dell'opera letteraria di Italo Svevo fino ai temi della globalizzazione e del multiculturalismo, per giungere addirittura all' accostamento tra un teologo e uno psicoanalista che si confronteranno sui dilemmi della sessualità e dell'amore. Insomma, un'occasione piuttosto anticonvenzionale per coniugare riposo delle membra ed eccitazione delle meningi, in un'atmosfera ascetica che, se in alcuni può suscitare un'impressione di eccessiva frugalità monastica, in altri evoca invece scenari romanzeschi tipo Il nome della rosa. A tal proposito il filosofo Giorello, uno dei big della rassegna, ha le idee chiare: «Un'iniziativa senz'altro interessante e meritoria, ma con una precisazione riguardo al titolo: la filosofia non è e non sarà mai silenzio. La filosofia è parola».
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