Già rispedito a Castelfranco il nazi-ultrà arrestato a Sofia
E’ un ventiduenne l’ultrà di Castelfranco fermato dalla polizia bulgara assieme ad altri tre tifosi sabato sera, dopo i tafferugli che hanno accompagnato la partita della nazionale fuori e dentro lo stadio di Sofia. Si tratta di Vittorio Fontolan, uno dei due esponenti trevigiani di Ultras Italia, il «sodalizio» di stampo neofascista cui sono stati attribuiti i disordini. Il giovane è stato rilasciato poche ore dopo il fermo perchè ritenuto estraneo al gruppo di facinorosi che allo stadio ha incendiato la bandiera bulgara. Ma sui tafferugli di Sofia le indagini della polizia sono ancora in corso e la sua posizione resta sotto esame.

CALCIO: LA RUSSA CONTRO ULTRA'ITALIA E CORI FASCISTI,VERGOGNA. FERMATI CINQUE TIFOSI AZZURRI PER BANDIERA BULGARA BRUCIATA-Italian soccer fan (C) holds a burning Bulgarian National flag during the World Cup 2010 Group 8 qualification soccer match between Bulgaria and Italy in Sofia, Bulgaria, 11 October 2008. ANSA-EPA/NIKOLAY DOICHINOV BULGARIA OUT
Dopo il suo ritorno, la casa di via Diedo si è chiusa nel silenzio. «Ha detto quel che doveva a chi di dovere» si è limitato a precisare un familiare. Per il resto uno strettissimo no-comment. E le ragioni sono sulle pagine di tutti i media, locali e non, che in questi giorni hanno dato vastissima eco alla figuraccia di Sofia, dove una partita della nazionale guidata da Lippi è diventata occasione per risse urbane tra tifoserie, sfilate con il braccio teso e stemmi nazisti, scontri allo stadio e bandiere bruciate. Il giovane, come gli altri due ultrà fermati dalla polizia bulgara (uno di Lucca e uno di Milano), è assistito dall’avvocato Giovanni Adami, ex sportivo poi diventato il legale della tifoseria dell’estrema destra. Per loro, il ministro della Difesa Ignazio La Russa (An) ha usato parole di duro biasimo, e il ministro dell’interno Roberto Maroni ha chiesto il Daspo internazionale (il decreto di allontanamento da tutte le competizioni sportive che avvengano all’estero). Ma la sua posizione è tutt’altro che definita. Il giovane non ha precedenti, non fa parte delle compagini ultras che seguono il Treviso Calcio, né risulta una sua appartenenza a gruppi politici come Forza Nuova o Veneto Fronte Skinhead. L’unico dato di rilievo del suo profilo è l’essere affiliato (con un altro ventenne di Castelfranco) a Ultras Italia, gruppo di tifosi salito agli onori della cronaca dal 2001, «legato - spiegano dalla Questura di Treviso - al pensiero nazionalsocialista», e responsabile della figuraccia bulgara. Prosciolto dall’accusa di essere uno dei tifosi che ha incendiato la bandiera, Fontolan resta nell’obiettivo della polizia bulgara e dell’Interpol che cercano di ricostruire le ore di disordini che hanno preceduto la partita. Intanto, il coro di critiche non si placa. Duro il sottosegretario allo sport Rocco Crimi: «Gente così non deve più tornare allo stadio». Drastico il presidente Figc Giancarlo Abete: «Non chiederemo più biglietti per le partite dell’Italia all’estero».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso
Leggi anche
Video