«Fu solo per miracolo che non finì in tragedia» Il racconto di chi c’era

I ricordi di Crovato, all’epoca alla Rai «Venezia perse l’Expo per quel caos»
Interpress Venezia 17.07.1989. Concerto dei Pink Floyd in Bacino San Marco. Il giorno dopo.
Interpress Venezia 17.07.1989. Concerto dei Pink Floyd in Bacino San Marco. Il giorno dopo.

venezia

Ventitremilioni di spettatori in mondovisione e centocinquantamila persone concentrate sull’area Marciana, Sant’Elena, Riva degli Schiavoni, San Giorgio, la Giudecca, Punta della Dogana, per non parlare di quelli che con le barche hanno potuto arrivare sotto all’enorme palco ormeggiato in mezzo al Bacino di San Marco. I Pink Floyd nel concerto del secolo il 15 luglio 1989 a Venezia, Un converto prima voluto dall’Ammistrazione rosso-verde e poi rinnegato per le feroci polemiche seguite all’evento e per come avevano lasciato la città i fan. Una delle tappe storiche della carriera del gruppo inglese che non si è trasformata in tragedia solo per un caso. Un testimone di quei giorni è sicuramente Maurizio Crovato, allora giornalista della sede Rai del Veneto e ora consigliere comunale a Venezia. «Quando decisero di portare un concerto del gruppo, l’amministrazione comunale sottovalutò il fenomeno Pink Floyd. Per di più un concerto gratis. C’era gente ovunque, Ci furono dei momenti di panico e se non si è trasformata in una tragedia è stato un caso. Come capita spesso nel nostro Paese, l’amministrazione di allora prima volle il concerto e poi si eclissò. A quel punto il concerto non ebbe più padri», racconta Crovato.

Le polemiche ci furono anche prima del l’evento. Venezia certo non collaborò con i Pink Floyd tanto che questi, si racconta, si pagarono le transenne e fecero arrivare da Trieste sia la zattera dove costruire il palco che i rimorchiatori per portarla in Bacino.

«Successero cose inimmaginabili. Dopo il concerto in molti punti della città ci furono momenti di panico, Il grande afflusso bloccò il ponte della Libertà e la ferrovia. Con l’operatore De Zan all’alba del giorno dopo abbiamo percorso in lungo e in largo l’area Marciana, sembrava un day after. C’erano rifiuti e saccopelisti ovunque. Per la ripresa del giovane che urinava sul muro della Basilica dovetti andare davanti alla Commissione disciplina della Rai, Qualcuno sosteneva che ero io quel giovane. Per fortuna dalle cassette con il materiale registrato si vedeva chiaramente che non ero io. Anche perché ero vestito in maniera diversa. Quella notte la gente fece i propri bisogni ovunque, Non c’erano bagni da nessuna parte. Quello straordinario 1989, è l’anno del crollo del muro di Berlino, poteva consegnare all’Italia l’Expo a Venezia. Ma proprio quanto accaduto per il concerto fece sfumare la candidatura della città. Venne rimarcato il fatto che la città non era riuscita ad organizzare un concerto, figuriamoci l’Expo. Il più furioso fu l’allora ministro Gianni De Michelis che a tutti i costi voleva l’Expo a Venezia. Impensabile immaginare un evento del genere e organizzato in quella maniera ora. Gli organizzatori finirebbero in tribunale». —



Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso