Fondazione Nordest: «Rischiamo di tornare periferia, riportiamo i talenti nei nostri territori»

La riflessione di Silvia Oliva in occasione della  presentazione del libro di Corò e Buciuni a Treviso: «Bisogna legare università e imprese»
Mattia Toffoletto
Gli autori Giancarlo Corò (università Ca’ Foscari) e Giulio Buciuni (Trinity College di Dublino)
Gli autori Giancarlo Corò (università Ca’ Foscari) e Giulio Buciuni (Trinity College di Dublino)

«Il Nordest rischia di tornare periferia. I talenti se ne vanno, sottraggono valore al nostro territorio a favore di altri più competitivi. Il tutto mentre la demografica soffre. Servirebbe imitare la legge sull’attrattività dei talenti della Regione Emilia, instaurare un legame più stretto fra imprese e università».

A lanciare il grido d’allarme è Silvia Oliva, Fondazione Nordest.

Una riflessione che prende forma dal libro “Periferie competitive. Lo sviluppo dei territori nell’economia della conoscenza” (Ed. Il Mulino), manuale di geografia economica scritto da Giancarlo Corò, ordinario di Economia applicata a Ca’ Foscari, e Giulio Buciuni, direttore Master in Entrepreneurship al Trinity College di Dublino.

Sullo sfondo, un pericolo: il rischio che si allarghino le diseguaglianze economico-sociali (con annessi contraccolpi politici, riassumibili nel populismo) a seguito della polarizzazione dell’innovazione in poche grandi città.

I due docenti scelgono il campus Ca’ Foscari Treviso e, nello specifico, l’aula magna San Leonardo, per la prima presentazione. Animano un dibattito - moderato da Fabrizio Brancoli, direttore della Tribuna e dei quotidiani veneti del Gruppo Gedi - che riunisce la docente Elisa Barbieri (Ca’ Foscari), Tiziano Cenedese (presidente CentroMarca Banca), Mattia Panazzolo (direttore Cna Treviso) e Silvia Oliva (Fondazione Nord Est).

«Le periferie hanno spesso perso nella storia, ma hanno possibilità da esplorare», suggerisce Corò.

«Oggi Roma si può considerare città secondaria, se si fa riferimento al circolo superiore di innovazione che viaggia da Parigi a Dublino, abbracciando la Germania», ammonisce Buciuni.

Il direttore Fabrizio Brancoli analizza: «Il tema della polarizzazione dell’innovazione può generare un innesco pericoloso. Penso al populismo a livello politico, che trova linfa nella rabbia e vendetta delle periferie. Il libro include esempi concreti: Emilia, Galway in Irlanda, Ruhr in Germania, North Carolina negli Stati Uniti. Luoghi accomunati da un fiume: quasi uno strumento filosofico per capire come una tendenza possa andare da un luogo e arrivare da un’altra parte». Panazzolo (Cna) sferza gli amministratori locali, provando a infondere fiducia: «Non si può gestire l’economia come 30 anni fa, la politica deve intervenire con contenuti più forti. Attrarre talenti? Serve intervenire su affitti e politiche abitative. Ma non si scordi che la nostra economia ha mostrato grande capacità di adattamento, superando gli stress test della pandemia e crisi energetica».

Cenedese (CentroMarca Banca) puntualizza: «L’elemento economico non è l’unico. Oggi conta pure la componente sociale».

Stefano Soriani, direttore campus Ca’ Foscari: «Mi viene in mente il movimento contadino-cittadino (Bbb), rivelazione delle ultime elezioni provinciali in Olanda ed esempio di rivincita delle periferie».

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