Ex parlamentari, pensioni d’oro

Ecco quanto guadagnano i ventitrè trevigiani reduci dal Parlamento. Cinque anni di contributi valgono 3 mila euro. Vitalizi da novemila euro al mese per Anselmi, Zambon, Serena e Armellin . Nell’elenco ventitré onorevoli trevigiani
TREVISO.
Ci sono decani del parlamento e vittime di tangentopoli, gente che è rimasta fedele per tutta la vita allo stesso partito e gente che ha cambiato tre volte casacca. Professionisti della politica che, lasciato il Parlamento, hanno continuato ad impegnarsi nel sociale ed altri che, cacciati dal Palazzo, si sono ritirati a vita privata. Con lauta pensione pagata dai contribuenti.


Attenzione: la lista completa delle pensioni assegnate agli ex parlamentari - pubblicata due anni fa dal settimanale «L’Espresso» e nei giorni scorsi dal quotidiano «Il Giornale» - può procurare dolori di stomaco.


Ma tant’è, così vuole la legge che assegna a deputati e senatori che cessano la carica e compiono l’età pensionabile, un vitalizio importante. Sono più di duemila, in Italia, e prendono una pensione da tremila a quasi diecimila euro lordi. Al mese. Al bilancio dello Stato costano 219 milioni di euro l’anno.


Ventitrè i parlamentari trevigiani in pensione che possono godere di questo - legittimo - privilegio. I deputati e i senatori eletti a partire dagli anni Novanta, a parte poche eccezioni, non hanno ancora maturato l’età pensionabile e quindi non figurano nell’elenco.


La pensione più alta spetta alla «decana» dei parlamentari trevigiani: Tina Anselmi, parlamentare della Democrazia cristiana dal 1968 al 1992, primo ministro donna della Repubblica (al Lavoro, nel 1976), per due volte ministro della Sanità nel 1978 e 1979 nei governi Andreotti, nel 1981 presidente della commissione d’indagine sulla P2. Insomma, una donna che ha fatto la storia d’Italia: oggi ha 83 anni e percepisce un vitalizio di 9.947 euro lordi mensili.


Altro decano è Bruno Zambon, onorevole democristiano di Susegana, da sempre rappresentante della Coldiretti, sui banchi della Camera dal 1976 al 1992: la sua pensione, avendo riscattato 25 anni di contributi parlamentari, è di poco inferiore a quella dell’ex ministro di Castelfranco: 9.387 euro al mese.


Con vent’anni di contribuzione parlamentare (anche se il periodo di carica è inferiore, ma c’era la possibilità di riscattare gli anni mancanti) ci sono Lino Armellin, democristiano di Villorba che ha legato il suo impegno alle scuole materne cattoliche (di cui è stato a lungo presidente), e Antonio Serena, eletto al Senato e poi alla Camera con la Lega Nord, poi passato ad Alleanza nazionale e infine al Gruppo misto. Le pensioni di Armellin e Serena ammontano a 8.455 euro al mese.


Con 15 anni di contributi c’è la docente universitaria e avvocato Adriana Vigneri (Democratici di sinistra), sottosegretario agli Interni alla metà degli anni Novanta: percepisce un vitalizio di 6.590 euro al mese.


Con l’equivalente di due legislature piene - e quindi con un vitalizio pai a 4.725 euro al mese - ci sono gli storici parlamentari del Pci Giangiacomo Tessari di Montebelluna e Renato Donazzon di Orsago, il democristiano ed ex sindaco di Resana Mario Frasson, il leghista della prima ora Valentino Perin e il forzista Giacomo Archiutti, tra i primi industriali reclutati da Silvio Berlusconi nella sua discesa in campo nel 1994.


Ha riscattato appena otto anni di contributi una delle fondatrici della Liga veneta, la coneglianese Marilena Marin: 3.978 euro la sua pensione mensile.


Infine, con appena cinque anni di «marchette» (e una pensione di poco più di tremila euro al mese) c’è una schiera di volti noti. Tra questi l’ex ministro dei Trasporti Carlo Bernini, che chiuse i conti con Tangentopoli con un patteggiamento di un anno e quattro mesi di reclusione, l’industriale del maglione Luciano Benetton che fu senatore col Partito Repubblicano, il presidente di Fondazione Cassamarca Dino De Poli (fu deputato per la Dc nel 1968), il presidente di Veneto Banca Flavio Trinca (deputato del Ccd nel 1994), il capogruppo del Pdl in Provincia Gian Pietro Favaro. Appena meno noti, ma con la stessa pensione, l’ex parlamentare del Pci Paola Buttazzoni, il leghista Luciano Donner, il primo parlamentare della Liga veneta Graziano Girardi, l’ambulante di Farra che diventò senatore nel 1982, l’ex sindaco socialista di Vittorio Veneto e l’ex psi Siro Zanella.
Argomenti:economia

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso