Esplode a Treviso la kebab-mania Già 15 le botteghe, boom di clienti

Aperture a raffica in centro e clientela sempre più trevigiana
Una volta ci andavano solo i magrebini. Ancora adesso, i leghisti li guardano con sospetto. I kebab sembravano solo covi islamici, pericolosi punti d’approdo per terroristi o futuri tali. E adesso? Adesso che al kebab ci vanno gli studenti in pausa pranzo, i turisti di ogni tipo, le impiegate dell’ente pubblico e i ragionieri di banca in giacca e cravatta? Adesso quei luoghi dove con 5 euro si può mangiare una piadina ripiena di carne (piccante in origine, ma le leggi del mercato ci hanno regalato anche la versione «tranquilla») e una bibita in lattina, sono diventati il moderno sostituto dei «pizza a metro».


Quelli che negli Anni Sessanta fecero «boom» in Italia, generando poi le moderne pizzerie, anche quelle fichette e stra-care. L’ultimo kebab di Treviso (ne sono stati contati una quindicina) e anche il più ampio, ha aperto i battenti due giorni fa in via Bixio-angolo IV Novembre. Ha preso il posto di un pub-birreria, altro segno dei tempi.


«Abbiniamo, comunque, il kebab ad altre preparazioni caratteristiche africane e orientali e alle pizze - spiega il turco Mehemet Sah Toprak - Puntiamo infatti a una clientela soprattutto italiana. La crisi economica potrebbe darci una grossa mano. No, non ci sono catene, anche se i fornitori di materie prime si contano sulle dita di una mano per tutti. A gestire le botteghe sono turchi, marocchini, algerini, tunisini...».


E immigrati dal Bangladesh, come nel caso del «Kebab al Duomo». «Da noi - spiega Rumana Islam - la larghissima parte dei clienti sono italiani. La gente comincia ad arrivare verso le 13, per la pausa pranzo: tanti studenti ma anche giacca-e-cravatta. E mangia così, al volo: kebab, ma anche falafel, pizzette, panini. Per i ragazzi facciamo anche la promozione: due pizzette e la bibita in lattina è omaggio». «Novanta per cento italiani - dice poi il gestore di Lady Pizza Kebab di Piazza del Grano, accanto a Tiffany, servendo un nugolo di ragazzine garrule - Una clientela composta in larga parte dagli studenti delle scuole intorno. Magrebini, africani? Pochi e buoni. Mi sono messo d’impegno e mi sono scelto la clientela, selezionando. Margherita e bibita 5 euro; piadina kebab e bibita 5; panino kebab e bibita 4,5. Con questi prezzi, i ragazzi non hanno dubbi su dove fare la pausa. E anche le loro famiglie son contente, perchè conviene».


«L’arte del kebab» in vicolo Pescatori, un tempo gestito da italiani, da 5 mesi è di George Mikhail, egiziano, è stato il primo in assoluto a Treviso. «Tra quindici giorni - dice il nuovo titolare - cominceremo anche il servizio a domicilio, perché c’è richiesta. Chiedono kebab, ma anche arancini, riso, falafel. E couscous. Da chi viene la richiesta? Dagli italiani. Certo, l’ottanta per cento dei nostri clienti è fatto di italiani, non nostri connazionali o africani com’era all’inizio. Costa meno mangiare da noi che in pizzeria, la carne è apprezzata da tutti. E poi la gente viaggia nel mondo e il nostro cibo non è più una stranezza per nessuno. Al limite, prendono un pezzo di pizza». Già, come si faceva un tempo.

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