Endometriosi, dolore invisibile: a Chioggia un centro d’eccellenza per la diagnosi e la cura
Il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Chioggia, con oltre 40 interventi in pochi mesi, è diventato riferimento provinciale per una patologia invalidante e ancora troppo sottovalutata

Costrette a letto dal dolore delle mestruazioni, con la boule dell’acqua calda stretta alla pancia, senza poter andare a scuola o al lavoro, oppure obbligate ad andarci imbottite di farmaci, ma rinunciando allo sport e alle uscite. Soprattutto, non credute dai familiari e, spesso, non prese sul serio nemmeno dai medici: è il calvario di molte donne, soprattutto giovani e giovanissime, con endometriosi.
La patologia
Ma cos’è, l’endometriosi e perché non bisogna sottovalutarla? A rispondere è il primario di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Chioggia, Luca Bergamini: «Si tratta di una malattia subdola e invalidante, che colpisce circa il 30% delle donne e che consiste nella crescita di un tessuto simile al rivestimento interno dell’utero, l’endometrio, anche al di fuori di quest’ultimo. In alcuni casi si comporta come una neoplasia, andando a intaccare anche altri organi, come l’intestino o i reni, comportando danni irreversibili, come a livello della fertilità».
I numeri
Dallo scorso febbraio, nel reparto chioggiotto è nato a tutti gli effetti il centro di riferimento provinciale per la diagnosi e il trattamento dell’endometriosi, a cui si rivolgono anche pazienti da altre Usl, dal vicino Polesine e dall’Emilia-Romagna. E, subito, i numeri sono diventati importanti.
Da febbraio a oggi, l’équipe multidisciplinare guidata da Bergamini in sinergia con il primario di Chirurgia, Salvatore Ramuscello, ha eseguito oltre 40 interventi di chirurgia mini invasiva e cinque di chirurgia profonda, basati sull'asportazione di tratti di intestino, di cui solo uno su una paziente residente nel territorio di competenza dell’Usl 3.
Negli ultimi anni, in cui si è iniziato a parlare di più di endometriosi, anche il numero di esenzioni rilasciate per stadi medio-gravi della patologia è aumentato in tutto il Veneto: nell’Usl 3 si è passati da 47 nel 2017 a ben 289 nel 2024, mentre nell’Usl 4 da 29 a 134.
Diagnosi e terapia
Come capire se si tratta di un “ciclo doloroso” o di endometriosi? «Il sintomo è soggettivo, ma certo è che in caso di patologia i dolori spesso sono molto forti, alcune pazienti arrivano addirittura alle sincopi e c’è un impatto sociale non indifferente», spiega il primario. Più della quantificazione del male, impossibile da fare, ciò che conta è la sua localizzazione: ecco allora che, per la diagnosi, diventano strategiche la risonanza magnetica e, soprattutto, l’ecografia in 3 e 4D, in dotazione a Chioggia.
«L’endometriosi», prosegue, «si ha fin dal primo ciclo, perché ciò che succede è che le aree di endometrio esterne alla cavità dell’utero cadono nella pancia della donna e quando il sangue tocca il peritoneo, cioè la membrana che riveste gli organi, provoca un dolore importante». Per placarlo, entrano in gioco farmaci ad hoc e, nei casi più gravi, la chirurgia.
Tra tabù e disinformazione
Nonostante l’endometriosi sia stata scoperta nel 1860 e il primo uso del termine risalga al 1925, è venuta alla ribalta solo negli ultimi anni. Prima se ne parlava poco e, troppo spesso, veniva sottovalutata.
A che punto siamo ora? «è una malattia che molte donne non sanno nemmeno di avere e, quindi, ancora troppo spesso la diagnosi è tardiva. Oggi l’endometriosi ha preso il ruolo che le compete, anche se spesso dipende ancora dalla sensibilità dei medici e dei ginecologi. Su questo c’è ancora da lavorare» conclude.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso