Regionali in Veneto, rinvio in salita: Conte incontra Donzelli a Treviso
Finito l’evento alla Loggia dei Cavalieri il responsabile nazionale dei “Fratelli” è salito in municipio per incontrare il sindaco. Tosi (Forza Italia): «Non c’è una motivazione giuridicamente sostenibile». De Carlo (FdI): «Non ci sono le condizioni»

In questo ralenti perpetuo che contraddistingue la fine dell’amministrazione regionale di Luca Zaia, sembrano non terminare mai gli imprevisti in grado di allungare l’orizzonte di nuove elezioni. Terminato il dibattito sul terzo mandato dopo il voto in commissione Affari costituzionali al Senato, ora torna lo spettro del rinvio della consultazione in primavera.
A chiederlo è Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni. Se si votasse in autunno bisognerebbe ricorrere all’esercizio provvisorio del bilancio, una modalità a scartamento ridotto che tutti vorrebbero evitare. Ma anche in questo caso, come per il terzo mandato, sembra essere solo una parte della Lega a volere per davvero un rinvio.
L’altra notizia rilevante è l’incontro tra il sindaco di Treviso Mario Conte e Giovanni Donzelli, responsabile nazionale dell’organizzazione di Fratelli d’Italia.
Voto in primavera
Anche Vincenzo De Luca dalla Campania, in realtà, ha chiesto un rinvio del voto al 2026. In Veneto però non si tratta di una mera questione amministrativa, entrano in gioco anche altri fattori e, ancora una volta, c’entra la figura di Zaia. Fu proprio Matteo Salvini, qualche mese fa, a dire che sarebbe bello fare inaugurare le Olimpiadi invernali Milano-Cortina al presidente del Veneto che tanto si è speso per ottenerle. Ma la carineria del Capitano non è stata gradita praticamente da nessuno degli alleati. E anche oggi, effettivamente, sembrano confermare questa linea contraria.
«Il punto è la motivazione», puntualizza Flavio Tosi, parlamentare europeo e segretario regionale di Forza Italia. «Non ci pare ce ne sia una giuridicamente sostenibile, sembra l’ennesimo tentativo di tirarla in lungo, a prescindere dall’interesse e dalla volontà degli elettori».
Contrari anche in Fratelli d’Italia. «Più che contrari, ad oggi non ne ravvisiamo le condizioni», dice Luca De Carlo, segretario regionale del partito di Giorgia Meloni.
Giovanni Donzelli, da Treviso, aveva invece posto l’accento sul fatto che non tutte le regioni che vanno al voto sarebbero d’accordo con il rinvio delle elezioni. «La Toscana è contraria, per esempio», ha ricordato. «Se questa istanza fosse stata presentata da tutte, con compattezza, avrebbe avuto un’altra forza. Così è complicato».
Dunque sembra resistere l’orizzonte di novembre, al più tardi domenica 23, come ha stabilito il Consiglio di Stato.
«È vero che il tempo stringe», ha detto De Carlo, a chi gli faceva presente l’anomalia dell’assenza di un candidato. «Ma in Veneto non abbiamo ancora una data. Il governatore deve indire le elezioni entro il 22 settembre. Un passo alla volta faremo tutto, non credo ci sia ostracismo. Sono questioni tecniche».
La scelta del candidato
Tuttavia, la partita più succosa è la scelta del candidato. Ad oggi i due in pole position sono il leghista Alberto Stefani e Raffaele Speranzon di FdI. Ma nulla è ancora deciso e in un contesto simile potrebbero comparire anche altre suggestioni. È un fatto, per esempio, che venerdì sera Giovanni Donzelli, terminato l’evento organizzato dalla sezione trevigiana del partito nella Loggia dei Cavalieri, sia salito in municipio a salutare il sindaco Mario Conte.
Fonti interne a FdI riferiscono di una chiacchierata fitta tra i due. Il sindaco di Treviso sarebbe a tutti gli effetti un profilo candidabile per il dopo-Zaia. In Emilia Romagna la candidatura di Michele de Pascale, sindaco di Ravenna, ha regalato alla coalizione di centrosinistra una cavalcata trionfale. In una stagione di astensione e sfiducia nei confronti della politica, la figura del sindaco è recepita ancora con affetto dagli elettori. Da questo punto di vista, forse, Conte potrebbe entrare in qualche modo nei ragionamenti. Anche se dentro FdI c’è chi è pronto a ricondurre quella chiacchierata come un gesto distensivo dopo gli attriti con la Lega a Treviso, sul fronte della sicurezza.
Da settimane ormai si parla però anche di un sondaggio effettuato da Swg che avrebbe misurato il gradimento di una pattuglia di leghisti così composta: Mario Conte, Roberto Marcato, Elisa De Berti, Massimo Bitonci, Alberto Stefani. Nulla trapela ufficialmente e il sondaggio non è stato reso pubblico, ma sembra che il più votato sia risultato proprio Mario Conte.
Per il centrodestra nazionale il tavolo si riunirà la prossima settimana, con Lollobrigida, Donzelli, Gasparri e Calderoli. L’accordo vero dovrà essere siglato dai leader, Giorgia Meloni in primis, ma intanto è giunto il momento di iniziare a parlarne. —
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso