Divise di lavoro lavate a casa: l’azienda dovrà risarcire i costi
L’importo è stato calcolato in 3,26 euro a lavaggio pari a 36 euro al mese. La battaglia vinta contro la Markas, che si occupa delle pulizie dei centri Ipav.Riconosciuto anche il tempo tuta negato. Risarcimenti fino a oltre cinquemila euro

Non solo si sono viste riconoscere il cosiddetto tempo-tuta, ovvero il tempo necessario per indossare la divisa (pantaloni lunghi, casacca e scarpe antinfortunistica) prima di fare le pulizie. Ma anche - e qui sta la novità - un risarcimento per aver provveduto personalmente, con la lavatrice di casa, al lavaggio e alla stiratura della divisa per una somma quantificata in 36 euro al mese.
Così ha deciso la giudice del lavoro del tribunale di Venezia Chiara Coppetta Calzavara. Un gruppo di sei lavoratrici ha quindi vinto la battaglia legale contro la Markas, impresa multi-servizi che a Venezia gestisce, tra gli altri, gli appalti delle pulizie dei Centri servizi residenziali per anziani Zitelle (90 posti letto), San Lorenzo (180 posti letto) e San Giobbe (90 posti letto) di Ipav.
Il processo
Nel processo le ricorrenti, rappresentate dagli avvocati Domenico Zito e Massimo Pagnin per conto della Uil Trasporti, hanno spiegato che in base alle regole date dalla Markas era vietato entrare nelle strutture indossando già la divisa ma che per potersi vestire e preparare - e poi dismettere - il carrello con tutta l’attrezzatura necessaria avevano a disposizione solo cinque minuti.
La giudice, nella sentenza, nel solco di una giurisprudenza che appare ormai consolidata, ha riconosciuto alle lavoratrici il tempo-tuta calcolando, tra entrata e uscita comprese la sistemazione del carrello, in 25 minuti. Nell’argomentare la sua decisione, la giudice ricorda che secondo il consolidato orientamento della Suprema corte deve «considerarsi orario di lavoro l’arco temporale trascorso all’interno dell’azienda nell’espletamento di attività accessorie alle svolgimento delle mansioni affidategli».
E non c’è dubbio che, nel caso in questione, «le ricorrenti dovessero indossare apposita divisa». Tanto che le tre strutture hanno specifici spogliatoi per le dipendenti.
La sentenza
Nel complesso quindi la giudice ha disposto per le dipendenti il pagamento, a partire dal 2017, di somme comprese tra 3.400 e 5.300 euro. Per il lavaggio e la stiratura della divisa - cui avrebbe dovuto provvedere l’azienda - invece la giudice ha disposto il pagamento di 36 euro al mese, calcolando 10,83 lavaggi al mese (tre lavaggi settimanali nei mesi caldi e due nei mesi freddi) e considerando il costo di un ciclo lavaggio pari a 3,26 euro.
La Markas, che in città gestisce anche altri appalti per la pulizia, è stata inoltre condannata alla rifusone delle spese di lite calcolate in 5 mila euro più il 30% per ogni ricorrente oltre la prima. Una vittoria che dà forza a molte altre lavoratrici cui le aziende, nonostante la giurisprudenza consolidata, negano diritti in un mondo, quello delle pulizie, dove molto spesso vince la logica dei super-ribassi negli appalti. Con turni sempre più stressanti per le lavoratrici. —
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