Da Arsiè all’Oscar: lutto per la morte di Gianni Quaranta
Nato 82 anni fa ad Arsiè, ha lavorato come scenografo, costumista e designer: conquistò la statuetta con il film “Camera con vista”. Il sindaco Faoro: «Una grande perdita». Nel suo paese natale si faceva vedere soprattutto in estate

È morto a Roma lo scenografo, designer e costumista arsedese Gianni Quaranta, premio Oscar per il film “Camera con vista” di James Ivory.
Nato 82 anni fa ad Arsiè da mamma Maria Fusinato e papà Gino, arrivò a Milano per studiare belle arti all’Accademia di Brera. Dopo il diploma, si trasferì a Roma, dove cominciò a lavorare per il teatro, al fianco di registi come Luca Ronconi, Giancarlo Menotti, Filippo Crivelli, Mauro Bolognini e, ancora, Zeffirelli.
Intrecciò l’impegno sul palcoscenico a quello sui set di “Tutto a posto niente in ordine” di Lina Wertmuller e di “Novecento” di Bernardo Bertolucci, oltre che su ogni film di Zeffirelli. Si devono a lui anche le scenografie di “La leggenda del santo bevitore” di Ermanno Olmi, di “Tre simpatiche carogne” di François Giroud, con Michel Piccoli e Gérard Depardieu, di “Cortesie per gli ospiti”di Paul Schrader con Christopher Walken, Rupert Everett, Helen Mirren, per citare alcune delle produzioni su cui Quaranta ha lavorato. Ha creato le scene per grandi opere e balletti di repertorio, debuttando alla Scala, alla Fenice, all’Opéra di Parigi, poi a Vienna, Bonn, Rio de Janeiro, Philadelphia o Chicago. La sua scenografia per l’Aida al Metropolitan Opera House di New York, è stata tanto acclamata da essere utilizzata ancora oggi, dopo oltre 30 anni continuativi. Su di lui l’anno scorso all’Istituto italiano di cultura di New York si è tenuta una mostra fotografica.
Una carriera lunga oltre sessant’anni quella di Quaranta vissuta a cavallo tra le due sponde dell’Oceano, tra Roma, Milano, New York e Los Angeles. Senza dimenticare mai però il suo paese natale dove tornava praticamente quasi ogni estate per trovare i suoi genitori. Dopo la loro morte, Quaranta aveva iniziato a diradare i viaggi, soprattutto estivi, ad Arsiè. Ma i suoi legami con il paese feltrino non si sono mai interrotti: ad Arsiè infatti vive la cugina Laura con cui si sentiva spesso. «Anzi insieme alla cugina avevamo intenzione di andare a trovare Gianni a Roma», precisa il sindaco di Arsiè, Ivano Faoro che ricorda bene le visite in paese del famoso costumista. «Lo incontrai personalmente 25 anni fa, era una persona di grande caratura e spessore. Siamo davvero dispiaciuti qui per la sua scomparsa. Con il suo genio aveva portato un po’ di Arsiè in giro per il mondo».
Oltre alla vittoria del 1987, fu candidato altre due volte all’Oscar: nel 1972 per “Fratello sole, sorella luna”, il suo primo film, e nel 1983 per “La traviata”, entrambi diretti da Franco Zeffirelli. Vinse anche un César, il premio cinematografico più prestigioso in Francia, per “Farinelli – voce regina”. Per questo, quando Ivory arrivò in Italia per girare il suo film lo volle nella squadra.
Lascia una figlia produttrice e regista, Guja, e la moglie Giuliana. Le esequie si terranno martedì alle 11 nella Basilica di Santa Maria in Montesanto (Chiesa degli Artisti) in piazza del Popolo a Roma. —
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