Conegliano. Studente promosso dal Tar, al Fanno prof troppo severi
I giudici accolgono il ricorso di uno studente: insufficienze troppo severe e non comunicate ai genitori. Bocciato in terza, uno studente ha iniziato regolarmente in quarta l'anno scolastico

L'istituto Marco Fanno di Conegliano
CONEGLIANO. Giudizi troppo severi, insufficienze mai comunicate ai genitori durante l'anno scolastico e voti positivi omessi nel calcolo della media. Questi i motivi per cui un aspirante ragioniere bocciato in terza al Marco Fanno ha fatto ricorso al Tar. E i giudici qualche giorno fa hanno dato ragione allo studente, consentendogli di tornare in quarta ad anno scolastico già iniziato.
La bocciatura è giustificata dall'istituto con 5 insufficienze in altrettante materie. Secondo i ricorrenti, però, lo studente e i suoi genitori, la media dei voti in tre materie è stata calcolata in modo troppo penalizzante: non dava infatti un 5, ma un 6 meno, una sufficienza scarsa. Inoltre l'allievo aveva recuperato la sufficienza nelle materie che gli erano state raccomandate dai suoi professori, venendo poi bocciato «a sorpresa» per altre. La scorsa settimana il tribunale amministrativo regionale del Veneto ha concesso la sospensione della bocciatura (decisione del presidente della terza sezione del Tar).
Il Marco Fanno, preso atto di questa decisione dei giudici, dopo un consiglio di classe ha ammesso lo studente alla classe successiva, la quarta, in attesa della prossima udienza (relativa alla sospensiva in contradditorio del provvedimento o la non ammissione) che si terrà a Venezia il 13 ottobre. Il caso dello studente è stato seguito dallo studio legale Lacava Pierobon & Piccolotto di Conegliano, cui si sono rivolti i suoi genitori.
Gli avvocati hanno chiesto i registri dei professori per analizzare tutte le interrogazioni e tutti i compiti affrontati nei nove mesi scolastici dallo studente e anche il regolamento interno all'istituto, per spulciare, in particolare, i criteri di ammissione che i professori devono adottare per la promozione, la bocciatura e la sospensione dei giudizi in alcune materie (i vecchi debiti). La bocciatura non è stata causata da provvedimenti disciplinari (tra l'altro il voto in condotta è di 8), bensì dalle insufficienze. Secondo i ricorrenti, però, i professori sarebbero stati davvero un po' troppo severi.
«In altre parole, in tre materie, in base alla valutazione dei registri la media sarebbe pari a un sei meno meno, mentre in pagella il voto finale è un 5 - spiega l'avvocato Giorgio Piccolotto - nel fare la media non sono state considerate alcune interrogazioni positive del ragazzo. Inoltre durante l'anno scolastico lo studente ha recuperato una serie di materie che i professori, al momento della valutazione intermedia, a marzo, avevano segnalato come insufficienti. Delle tre per le quali era stato avvisato è passato dal 5 al 6--, in una da 4 a 5+.
Alla fine però, nella pagella finale, sono risultate insufficienze in altre materie per le quali né lui né i genitori erano stati avvertiti». Secondo i legali dunque non è stata data al giovane la possibilità di recuperare le materie deficitarie e ai genitori la possibilità di esercitare il loro dovere e spingere il figlio a studiare. A decidere chi ha ragione sarà il Tar di Venezia. Il primo round (in questi casi spesso è il più importante) se l'è aggiudicato lo studente che a questo punto spera.
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