Conegliano. Causa dei medici per i minuti lavorati in più
Il cartellino timbra in modo inesatto . La timbratura è approssimata al quarto d’ora: chi entra alle 8.01 figura al lavoro dalle 8.15. Venti professionisti hanno fatto esposto al giudice del lavoro

CONEGLIANO. Ricorso della Uil alla Sezione del lavoro del tribunale di Treviso contro la timbratura del quarto d’ora. Venti medici dell’Ulss 7 chiedono che il tempo di ingresso sia calcolato senza arrotondamenti e che, a causa della mancanza del rispetto degli accordi del 2004 da parte dell’azienda di Pieve di Soligo, vengano pagate le ore «regalate». Si parla di almeno 50.000 euro.
Medici di nuovo sul piede di guerra contro l’azienda sociosanitaria di Pieve di Soligo. Una ventina di professionisti, guidati dal segretario regionale della Uil, Valerio De Belardini, ha infatti presentato un esposto contro la consuetudine dell’arrotondamento di 15 minuti sulla timbratura del cartellino d’ingresso che segnala l’ora di inizio del lavoro. «Nel 2004 avevamo firmato con la dirigenza un accordo in base al quale i lavoratori «cedevano» 15 minuti in ingresso, in cambio della promessa dell’azienda di recuperare le ore in eccedenza, attraverso un controllo trimestrale - sottolineato De Belardini - ma l’Uls 7 ha applicato questa norma solo in parte. Sicché nel 2005, con il rinnovo del contratto nazionale, la Uil non ha firmato il rinnovo dell’accordo sui 15 minuti».
In pratica, con questo meccanismo, se un dipendente entra alle 8.01 l’orario che verrà calcolato parte dalle 8.15. «Questo arrotondamento al quarto d’ora non corrisponde all’effettivo orario ed è dunque favorevole all’azienda, non al lavoratore - spiega il sindacalista - accettammo in cambio del riconoscimento delle ore e la possibilità di recuperarle, magari scalandole sui permessi e sulle uscite anticipate, se queste ore erano autorizzate dal primario».
La Uil non ha dunque firmato l’accordo del 2005 (le altre sigle sindacali l’avevano fatto) e ha chiesto all’azienda di regolarizzare il meccanismo, facendo in modo che la timbratura corrispondesse all’effettiva ora di ingresso. «Questo non è avvenuto così ci siamo rivolti, nel 2006, all’ispettorato del lavoro di Treviso - aggiunge il segretario della Uil - nel 2009 il tentativo di conciliazione è fallito e quindi è partito l’esposto al giudice del lavoro».
Nel ricorso questi dipendenti dell’Ulss 7 chiedono non solo che il tempo calcolato al lavoro sia conforme alla timbratura senza arrotondamenti ma anche un «rimborso» delle ore «regalate» all’azienda sanitaria. «Chiediamo che tutti minuti che ci sono stati tolti, che equivalgono a notevoli quantitativi di ore per i 5 anni antecedenti, ci venga restituito - sottolinea De Belardini - in pratica, facendo un conto per difetto, si parla almeno di 50.000 euro, se pensiamo a 5/10 minuti regalati da ogni dipendente al giorno. Non è escluso che dopo i medici anche alcuni infermieri presentino lo stesso ricorso». Nell’aprile 2009 altre sigle sindacali avevano invece firmato un nuovo accordo con la direzione dell’Ulss 7 con cui le ore venivano congelate e in parte pagate. «Prossimamente presenteremo un altro ricorso al tribunale legato alla mancata applicazione del riposo compensativo dopo la pronta disponibilità - annuncia il sindacalista della Uil - in altre province d’Italia ci hanno già dato ragione».
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