Cgil e Nidil contro la pubblicità di Adecco: «Oltraggiati gli abitanti della montagna. Si ritirino subito i manifesti»
Dura presa di posizione della segretaria generale della Camera di Lavoro di Belluno, Casanova e del referente del Nidil, Chiesura per il cartello con un giovane vestito da operaio con alle spalle le montagne e una scritta «in un dialetto incomprensibile» ideato dalla società di lavoro per reclutare personale

Un giovane vestito da operaio con alle spalle le montagne e sopra di lui la scritta: “Dai vegnì zo in val che ghe xe da far andar avanti tut!". E’ questa la pubblicità firmata Adecco che sta suscitando polemiche da parte della Cgil e del sindacato Nidil che hanno preso posizione criticando l’impianto complessivo di questa campagna di reclutamento.

«Con iniziale sconcerto e successivo sdegno, guardiamo un manifesto, che riporta il logo di Adecco, affisso in città, a Belluno. Con le montagne sullo sfondo, un ragazzo con indosso abiti da lavoro, sopra lo slogan: “Dai vegnì zo in val che ghe xe da far andar avanti tut!" scritto in una sorta di dialetto inesistente ed incomprensibile, che si sottintende essere l'unico compreso dagli abitanti "dei monti", che dovrebbero recarsi "a valle" perché ci sono opportunità lavorative», scrivono in una nota Denise Casanova, segretaria della Camera del lavoro di Belluno e Alberto Chiesura a capo del Nidil Cgil.
«Riteniamo questa pubblicità offensiva per tutti i cittadini che vivono e lavorano nelle cosiddette "terre alte", per chi con maggiore difficoltà, rispetto alla pianura, sceglie di continuare a far vivere quelle comunità, per tutti quei ragazzi che studiano, si diplomano, imparano un mestiere o proseguono negli studi e si laureano con grandi sacrifici loro e dei loro genitori. La stessa cultura della montagna viene vilipesa e oltraggiata dall'immagine proposta e dal testo che ad essa si accompagna, avvalorando lo stereotipo, distante dalla realtà, del montanaro rozzo e semianalfabeta, non tenendo in nessun conto le tradizioni e la dignità delle lingue minoritarie. Chiediamo pertanto ad Adecco di ritirare quel manifesto», concludono i due sindacalisti.
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