Caso Energia Italia. L’allarme da Treviso: «Molti clienti stanno incassando bonus illecitamente, ma senza saperlo»

Parla Paolo Schiona di Atecon, associazione che assiste alcuni beffati «Le Finanziarie dovrebbero vigilare di più sulle società che pagano»
Federico De Wolanski

«È bene far passare l’informazione: oggi ci sono tante famiglie che hanno sottoscritto contratti simili a quelli proposti da Energia Italia. Molti clienti che stanno incassando bonus illecitamente, senza saperlo». Paolo Schiona, presidente di Atecon, associazione a difesa dei consumatori che assiste alcuni dei clienti beffati dall’azienda di Conegliano. Il suo messaggio è chiaro: «Serve stare attenti».

Schiona, Energia Italia è una società...di tante? Quanti oggi stanno proponendo contratti offrendo detrazioni che non ci sono?

«Ce ne sono centinaia, bisogna stare molto attenti a quel che si sottoscrive e come. Bisogna tenere ben presente un principio su tutti: le spese di luce e gas non si possono portare in detrazione».

Quindi chi propone contratti di fornitura “green” pluriennali, offrendo l’accesso al bonus per il risparmio energetico è scorretto?

«Assolutamente si».

Cosa si rischia?

«Chi oggi ha portato in detrazione determinate spese di fornitura, sta ricevendo il bonus ogni anno in conto, può essere accusato di mettere in atto una illecito, una violazione fiscale. Se arriva la Finanza sono guai seri».

Che si dovrebbe fare?

«Beh, una volta chiarita la situazione, e verificato che il contratto corrisponda ad un caso come quello di cui stiamo parlando, dimostrino la propria buona fede e attivino tutte le attività utili a farla valere, non solo dal punto di vista legale».

Questo vale anche per chi, in forza dei contratti stipulati, ha bollette azzerate?

«Assolutamente si, il fato di ricevere bollette azzerate non è una garanzia della bontà dell’offerta. Ribadisco: le spese di luce e gas non danno accesso al bonus, non possono essere spese portate in detrazione anche se collegate all’installazione di un impianto termico o fotovoltaico».

Chiariamo ancora il punto?

«Se firmo un contratto da “tot” soldi che prevede l’installazione di una caldaia e la fornitura di 30 mila kilowatt in dieci anni – come era l’offerta di Energia Italia, per fare un esempio sul tema. Bene: quel che può essere portato in detrazione è solo il costo della caldaia, non tutto il “tot”».

Quanti clienti di Energia assistite?

«Parecchi».

Come associazione vi siete occupati anche del caso della E+E di Nicola Bevilacqua. Un caso fotocopia, o no?

«Beh... di fatto identico: cambiava la tipologia di offerta ma non la sostanza: si offrivano contratti detraibili che avrebbero coperto per anni il costo dell’energia di casa».

Possiamo parlare di uno “schema Ponzi”? Ovvero la situazione per cui i costi delle spese dei primi clienti vengono coperti da quelli che si trovano dopo questi?

«Di fatto si. Poi le società vanno ko, ed è tutto perso. I soldi versati ...spariti».

Scusi la banalità, ma com’è possibile che sia così facile vendere offerte che non si possono attuare?

«Con la corsa al risparmio che c’è, tutti sperano di tagliare i costi. Quindi la richiesta è alta. Le società poi si presentano bene. Si dovrebbe vigilare di più, ma dovrebbero farlo anche le finanziarie.

Ovvero?

«I finanziamenti dei contratti, se non pagati subito, venivano e vengono garantiti da istituti di credito. Non è possibile a mio avviso che questi verifichino la solvibilità del cliente, e non l’operato della società a cui versano i soldi. Basterebbe poco anche a loro per evidenziare se l’offerta di fornitura e detrazione che vanno coprire è o non è attuabile. Poche lo fanno». F.D.W.

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