Brass gira a Treviso e sarà un parrucchiere molto particolare

Il regista veneziano, con Caterina Varzi, presenta un nuovo progetto: libro-intervista più tre «corti»
Tinto Brass e Caterina Varzi
Tinto Brass e Caterina Varzi
«Che tristezza Marrazzo. Ma come, ti piace andare con i trans? Sventola con gioia quella bandiera, non scusarti. Al limite, se devi scusarti, fallo con tua moglie per averla sposata». E chi lo ferma, il rivoluzionario Tinto Brass? A Treviso per presentare un progetto multimediale (per ora editoriale) intitolato Ciak si giri, libro-intervista più tre «corti» in un’unica opera, stuzzicato sull’attualità, non si risparmia e dice la sua. «Dopo la perdita di mia moglie, mia spinta totale alla trasgressione, sono un po’ frenato nell’espressione verbale. Ma quando faccio i film resto il Tinto di sempre». I film in questione prevedono anche un «corto», Coiffeur pour dames, ambientato a Treviso, in cui un anziano «acconciatore di pubi femminili» - interpretato da Brass stesso - attraverso le sue competenze sarà in grado di salvare un matrimonio diventato privo di sensualità. L’operazione Ciak si giri è patrocinata da «edizioniAnordest», casa editrice di Mario Tricarico, risorta, in quel di Villorba, grazie a biografie «troppo autorizzate» del “sindaco” Gentilini o a maestri del cinema «troppo» controversi.


Già, il «troppo» non stroppia, di questi tempi. Anzi, rischia di farsi seppellire dal «troppissimo», dal «verissimo» e da tutti gli «issimo» di media (se) tica televisiva natura. Ma Tinto Brass e la sua musa Caterina Varzi, per fortuna, non sono addomesticabili. E così il maestro dell’erotismo, cui perfino la Mostra del cinema della sua Venezia ha dovuto rendere tardivo omaggio, da buon bi-partisan non le risparmia quando, rivolgendosi a centrodestra, vede spuntare le donne del presidente, da Noemi alla D’Addario: «Nessuna condanna per le orge - dice - Ma poi non bisogna andare a baciare la pantofola del Papa e condannare i matrimoni gay, l’eugenetica e altro. Il potere e la figa, a braccetto, non sono una novità né un male: ci ho dedicato almeno un paio di film. Ma l’ipocrisia, la protervia, la supponenza dei potenti, quelle sì sono peccati stupidi».


L’intervista biografica a Brass che arriverà, in primavera, nelle librerie (abbinata al film nEROSubianco del 1969) è a firma di Caterina Varzi, nuova musa del regista veneziano e protagonista di Hotel Courbet, il corto che, assieme a un episodio ispirato a D’Annuncio e a Coiffeur pour dames da girare a Treviso, costituirà una trilogia brassiana della maturità, ispirata alla forza rivoluzionaria dell’eros. Benedizione anche per Caterina Varzi, protagonista di Ziva, film di prossima uscita: «E’ la storia di una donna rimasta sola dopo che il marito guardiano del faro è partito per la guerra - spiega Brass - La sua noia si interrompe dopo due anni quando salva un giovane naufrago veneziano e poi accoglie un paracadutista inglese...».

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