Bimba di due anni annega nel Monticano
Sfuggita al controllo della mamma, muore nelle acque del Monticano. Giuliana Favaro aveva appena 2 anni. Una tragedia avvenuta in centro ad Oderzo. Indagata dalla Procura la madre, Simone Moreira, 23 anni brasiliana, per omicidio colposo e omesso controllo. «La dinamica della tragedia è poco chiara» ha detto il capo della Procura di Treviso, Antonio Fojadelli.

Giuliana con il papà Michele
La morte di Giuliana Favaro appare, al momento, inspiegabile. La manina che lascia per pochi istanti quella della mamma andata in macchina per prendere qualcosa che aveva dimenticato e la piccola che, sola nel buio, va verso il fiume. Un varco nella recinzione e tutto finisce in una drammatica caduta senza speranza nelle acque del Monticano.
«Una dinamica poco chiara» ha detto Fojadelli che cautamente, ma decisamente, ha disposto tutti gli accertamenti «affinché venga chiarito fino in fondo cosa è accaduto mercoledì sera in quel parcheggio».
Indagata, intanto, la madre Simone Moreira che separata dal suo ex convivente, Michele Favaro, 43 anni di Salgareda, oggi sarà interrogata dal pubblico ministero. Il teatro della tragedia è piazza Rizzo, in pieno centro ad Oderzo che mercoledì sera è però completamete al buio per via di un black-out.
La piazza è costeggiata proprio da quel canale affluente del Monticano. Non c’è nessun’altro con loro nel parcheggio illuminato solo della luce dell’ufficio postale e della gelateria. E’ qui che madre e figlia s’inoltrano da sole dopo un pomeriggio trascorso a passeggiare tra le vetrine.
Secondo quanto Simone Moreira ha raccontato ai carabinieri della Compagnia di Conegliano, la sua intenzione non era di tornare a casa, ma di prendere un oggetto in macchina, poi di andare a in gelateria con la bimba.
Invece scoppia il dramma. Sempre secondo il suo racconto, non fa salire Giuliana con lei, lasciandola invece fuori l’auto. Forse, la donna si distrae troppo mentre compie quella ricerca nell’abitacolo e non si rende conto che la figlia, nel frattempo, è sparita. Quando finalmente trova quanto le serve, chiama Giuliana, ma la piccola non risponde. A quel punto la cerca li intorno pensando che si sia solo allontanata. Va in gelateria, guarda tra le macchine pensando che si sia nascosta. Ai carabinieri racconterà poi di essere stata colta dal panico quando ha visto quel buco nella recinzione che costeggia il fiume.
A quel punto, chiama il padre della bambina, Michele Favaro, un’amica che abita poco distante, ma anche il 112. Saranno proprio i carabinieri quando si rendono conto della situazione a chiedere l’intervento dei vigili del fuoco di Motta.
Sono in tanti a cercare Giuliana. Mentre i carabinieri battono a tappeto la zona intorno al parcheggio e le strade del centro, il padre Michele si unisce alle ricerche dei pompieri che seguono il canale del Monticano. Un’ora dopo, quando la mezzanotte è passata da 5 minuti il corpo di Giuliana viene avvistato. La corrente l’ha trascinata a quasi due chilometri da piazza Rizzo, sulla riva sinistra del fiume all’altezza di via Gorgazzo.
Un’ambulanza la porta in ospedale ad Oderzo, ma per la piccola non c’è nulla da fare. Gli accertamenti e la ricostruzione della tragedia iniziano immediatamente. La madre Simone Moreira viene accompagnata insieme al marito nella caserma dei carabinieri di Oderzo. I due vengono ascoltati separatamente.
Emerge così una situazione familiare complicata. La coppia, lui 43 anni lei di 20 anni più giovane, sono separati da molto tempo. Per un periodo hanno continuato a convivere nell’appartamento sopra il ristorante «Sabor do Brasil» a Vigonovo, in viale Veneto, ma i rapporti deteriorati costringono i due a vivere separatamente. Lui rimane nell’appartamento, mentre lei è ospite in casa di amiche. A maggio dello scorso anno, il giudice affida la piccola al padre.
Amici della coppia hanno confermato ai carabinieri che, nonostante i loro dissidi, Michele e Simone erano considerati buoni genitori. Lei ad agosto aveva trascorso un periodo in Brasile dove vive un altro suo figlio. I parenti hanno descritto una donna depressa e che aveva perfino tentato di uccidersi. Mercoledì la tragedia e ieri ha continuato a urlare nella disperazione: «Non l’ho gettata in acqua».
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