benetton, caccia all'oro in Cile e Argentina

I Benetton vanno a caccia d’oro in Sudamerica. Il gruppo di Ponzano scommette sulla ricerca mineraria in una regione «con alto potencial de descubrimiento», ovvero con notevoli potenzialità come l’hanno definita i geologi.
20060531 - ROMA - AUTOSTRADE, BENETTON: CREDIAMO ALLA FUSIONE CON ABERTIS AUTOSTRADE, BENETTON: CREDIAMO ALLA FUSIONE CON ABERTIS- Luciano Benetton in una recente foto d'archivio. PHOTOROLA/ ANSA - ARCHIVIO / JI
20060531 - ROMA - AUTOSTRADE, BENETTON: CREDIAMO ALLA FUSIONE CON ABERTIS AUTOSTRADE, BENETTON: CREDIAMO ALLA FUSIONE CON ABERTIS- Luciano Benetton in una recente foto d'archivio. PHOTOROLA/ ANSA - ARCHIVIO / JI
L’investimento per questa prima perlustrazione sui giacimenti auriferi è di mezzo milione di dollari: la società operativa è Minera Sud Argentina, di cui Benetton possiede una quota vicina al 60% attraverso Compañias de Tierras. Il gruppo Benetton è il primo proprietario terriero in Argentina, dove possiede 900 mila ettari. Di notevole rilevanza l’allevamento delle pecore merinos. Il gruppo degli United Colors punta ora sulle risorse del sottosuolo e ha dato vita a un progetto di esplorazione nella provincia di San Juan, poco lontano dal confine andino con il Cile. Alcuni manager di Minera Sud Argentina hanno comunicato al governatore della provincia di San Juan, José Luis Gioja, di aver iniziato dei lavori di esplorazione, certi che i risultati saranno positivi come quelli ottenuti sull’altro versante della cordigliera delle Ande, in Cile. I primi lavori del progetto denominato «Brechas Vaca”, con uno stanziamento di 500 mila dollari, sono assegnati alla compagnia locale Eco Minera che ha confermato l’avvio delle attività. La grande estensione terriera dei Benetton ha già provocato numerose polemiche e uno scontro con la comunità Mapuche, sostenuta dal Premio Nobel per la pace Adolfo Perez Esquivel, che rivendica la proprietà della terra. Secondo quanto riporta il sito di Ya Basta Nordest, già tempo addietro l’avvocato dei mapuche, Gustavo Macayo, sostenne che dietro lo sgombero della famiglia Mapuche «potrebbe esserci un interesse a estrarre l’oro che potrebbe esser presente in quel luogo».

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