Battaggia, la fuga della Primula rossa

Il commerciante di pesce, ex superlatitante, condannato per omicidio, ha violato la detenzione domiciliare. E' scattata la denuncia e dovrebbe ritornare in carcere. Ma è sparito. si è fatto vivo telefonando alla Tribuna: "Spiegherò tutto almagistrato"
Franco Battaggia in una foto di tredici anni fa
Franco Battaggia in una foto di tredici anni fa
Franco Battaggia, per molto tempo protagonista della malavita trevigiana, condannato a 18 anni per omicidio, protagonista di rocambolesche fughe in Svizzera e in Ecuador e per questo battezzato la «Primula Rossa», è tornato ad essere protagonista delle cronache. Il commerciante di pesce, 63 anni, che si trovava in regime di detenzione domiciliare nella sua abitazione di Preganziol, col permesso di uscire durante il giorno per andare al lavoro, avrebbe dovuto tornare in cella perché - nel corso del controllo del 29 luglio - i carabinieri non lo avevano trovato in casa facendo pertanto scattare la denuncia e il provvedimento di carcerazione. Dal 5 agosto, però, Battaggia non si è più fatto trovare. Ieri pomeriggio Battaggia ha telefonato alla tribuna: «Spiegherò tutto al magistrato - ha assicurato - Quel giorno ero in casa, ma non potevo aprire alla porta perché ero a letto dolorante e paralizzato a causa di un incidente».


Franco Battaggia è stato il grande protagonista della cronaca nera degli anni Ottanta e Novanta. La sua «fama» raggiunge l'apice nel novembre dell'88 con l'omicidio del commerciante rom, trafficante di droga, Vincenzo Ciarelli, il cui cadavere venne trovato in una vasca di Forte Pepe a Tessera. La Squadra Mobile indirizzò le ricerche su Battaggia che, condannato a 18 anni, divenne un «superlatitante»: fuggì in Francia, venne catturato in Svizzera e scappò dal cellulare a piedi facendo perdere le sue tracce. Nel '93 la seconda cattura, in Ecuador, dove venne rintracciato dall'Interpol; dieci giorni dopo nuova fuga. Nel '94 terza cattura: Battaggia venne bloccato nuovamente a Guayaquil, città di porto dell'Ecaudor. Le latitanza del commerciante di pesce è avvolta nella leggenda e nel mistero: si sospettò anche un incontro in Sudamerica tra Battaggia e il boss della mala del Brenta Felicetto Maniero. Portato in Italia, il commerciante di pesce viene infine portato in cella dove però ci resta per breve tempo: scadono infatti i termini della carcerazione, lui torna libero e si trasferisce a Mogliano, dal fratello. Battaggia ha propositi di redenzione: «Non ucciderò più e mi sposerò», dichiara. Nel luglio del '99 convola a nozze con Sonya Monica Jacome, davanti al sindaco Diego Bottacin.


Attualmente Battaggia, dopo un periodo di libertà vigilata, si trovava in stato di detenzione domiciliare a Preganziol. Il commerciante aveva la possibilità di uscire di casa di giorno per andare a lavorare e l'obbligo di tornare alla sera sotto controllo dei carabinieri. Il tutto fino al prossimo novembre, quando sarebbe tornato un uomo libero. Il 29 luglio i militari hanno bussato alla sua porta senza però ricevere risposta. Automatica la denuncia con provvedimento di carcerazione. La Primula rossa ha fatto perdere le sue tracce. Ieri la telefonata: «Chiarirò tutto al magistrato».

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso