Scoperto il bar abusivo degli universitari a Padova: alcolici dalla finestra di casa e si paga con QR code

La polizia ha fermato l’attività in via del Portello, in piena zona della movida, dopo le segnalazioni dei residenti. La cucina di un appartamento al piano terra trasformata in bar, consumazioni a 3 euro. Cinque giovani identificati, sanzionato un 24enne sorpreso a servire alcolici

Il bar abusivo in via del Portello a Padova (foto Questura di Padova)
Il bar abusivo in via del Portello a Padova (foto Questura di Padova)

La polizia di Padova ha scoperto un’attività abusiva di vendita e somministrazione di alcolici svolta all’interno di un’abitazione in via del Portello 79: sanzionato uno studente universitario per un totale di 8.000 euro.

Gli agenti della Squadra Amministrativa della Divisione Polizia Amministrativa e di Sicurezza, a seguito di una segnalazione da parte dei residenti, hanno effettuato un controllo in borghese nei pressi dell’abitazione indicata, documentando l’attività illecita.

Dalle finestre al piano terra venivano passati bicchieri di vino e gin ai clienti, che in cambio versavano 3 euro a consumazione tramite pagamento elettronico via QR code collegato a un account PayPal.

I poliziotti hanno identificato e ascoltato alcuni degli acquirenti, confermando la natura commerciale dell’attività, proseguita per almeno tre mercoledì consecutivi. Alle 23.30 è scattato l’intervento congiunto della polizia di Stato e della polizia locale, che ha portato all’identificazione di cinque studenti universitari, tra i 20 e i 25 anni, tutti residenti fuori dal Veneto.

All’interno dell’abitazione, adibita a punto vendita, sono state trovate decine di bottiglie di gin, vino, spritz e altri alcolici, oltre a ingredienti per la preparazione di cocktail. Sulla finestra era affisso un cartello con la scritta “Gin e vino - Corner 79”, insieme all’adesivo con il QR code per il pagamento.

Il 24enne ligure, colto in flagranza di somministrazione, è stato sanzionato con 5.000 euro per vendita di alcolici senza autorizzazione e 3.000 euro per mancata registrazione sanitaria.

  

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