Cavallino, bimbo di sei anni scompare in mare: una catena umana per ritrovarlo
Bambino di Roncade sparisce in mare mentre faceva il bagno e di lui ancora nessuna traccia. Capitaneria, vigili del fuoco e sommozzatori impegnati tutto il giorno nelle ricerche. Catena umana di 600 persone per ritrovarlo e preghiere in spiaggia

Ricerche estenuanti in mare aperto e catene umane di centinaia di bagnanti presi per mano fra i pennelli di scogli di fronte al Camping Village Vela Blu per cercare un bimbo di 6 anni di Roncade disperso in mare.

Cavallino-Treporti si è fermata, a partire dalle ore 16.00 di lunedì 11 agosto. Sospesa di fronte a una situazione drammatica. Solidarietà e speranze durante il rastrellamento palmo a palmo con ogni mezzo e risorsa, persino fra gli scogli dove è avvenuta la scomparsa, impiegando l’unità cinofila del Soccorso alpino specializzata nell’individuare i dispersi sotto le frane e le slavine.
Lo strazio della madre
Una ricerca senza tregua che ha impegnato fortemente i soccorsi, durata fino a sera inoltrata per avvistare qualcosa all’orizzonte o individuare qualsiasi traccia del bambino scomparso. Imponente lo spiegamento di forze dell’ordine arrivate all’accesso a mare di via Radaelli. L’allarme lanciato dalla madre del bimbo è scattato alle 16 di ieri, quando la donna ha raccontato ai primi soccorritori che dagli scogli, dove lei si trovava, lo aveva visto scomparire sul lato sinistro del pennello a mare, fino a perdere di vista fra i flutti il suo costumino di colore giallo.
La donna in lacrime, attorniata e sostenuta da parenti e conoscenti e dal personale sanitario del 118, non ha mai staccato gli occhi dal mare appesa a un filo di speranza di ora in ora sempre più sottile.
A tratti si sedeva su un asciugamano posizionato a terra, provata dall’apprensione e dal dolore, alzandosi ritmicamente fra i singhiozzi ogni volta che le pareva di intravvedere qualcosa galleggiare in mare.
Le ricerche
I primi a portarsi sul posto, subito dopo i bagnini che hanno raccolto l’allarme dei parenti e dei conoscenti della famiglia del bimbo, i vigili del fuoco di Jesolo attorno alle 16. 15 con aps e gommone galleggiante accompagnato dall’elicottero dei vigili del fuoco poi rientrato alle 17 per fare rifornimento e portare sullo specchio di mare il nucleo sommozzatori che a turno si sono calati in acqua, tuffandosi dal pennello a mare anche col verricello.

A coordinare le operazioni la Capitaneria di Porto di Jesolo intervenuta con una motovedetta e i carabinieri, a cui si sono poi aggiunti gli agenti della polizia locale di Cavallino-Treporti in supporto sui quad e quelli della Polizia di Stato che hanno attivato anche l’elicottero in ricognizione con quello dei vigili del fuoco.
Catena umana con 600 persone
Un dramma a cui hanno partecipato con apprensione minuto per minuto circa 600 bagnanti che tenendosi per mano hanno camminato compatti in mare e poi sono rimasti col fiato sospeso per tutto il tempo delle ricerche a scrutare i flutti nello specchio di mare di fronte al camping, ma anche ad interrogarsi su ogni passaggio delle ricerche.

Una catena umana che ha visto coinvolti per tutto il pomeriggio gli assistenti alla balneazione del Villaggio San Paolo, del camping Vela Blu, che dalle torrette vicine si sono attivati per organizzare le catene umane di turisti, incoraggiando la solidarietà.
Tre gli intermezzi di spiaggia fra i pennelli di roccia, per oltre 600 metri di arenile, che sono stati esplorati da centinaia di bagnanti mentre si tenevano per mano avanzando in mare per tutta la lunghezza delle scogliere artificiali.

Toccante alle 18 la richiesta ai militari della Capitaneria da parte della madre del piccolo turista che venisse perlustrata un’area nei pressi di una boa arancione dove era convinta di aver scorto un oggetto bianco galleggiare vicino.
Le ipotesi
Non è stata tralasciata alcuna ipotesi. Dal Nucleo Sommozzatori di Mestre sono state perlustrate con attenzione delle risacche in mare a oltre un centinaio di metri dalla battigia in prossimità di una boa arancione e di una bianca scongiurando la possibilità che potessero aver trattenuto il corpo del bambino.
Stessa attenzione per gli anfratti della scogliera artificiale teatro della scomparsa dove sono state concentrate le immersioni per tutta la parte iniziale delle ricerche.
La logica seguita è stata quella di perlustrare, in modo incrociato dall’alto e sotto la superficie dell’acqua, lo specchio di mare dividendolo a settori di indagine e procedendo poi per esclusione. Fino a tarda sera nessun ritrovamento.
Le ricerche sono infatti continuate fino a notte fonda con Gdf e Vigili del fuoco con i subacquei, la Polizia di Stato con un elicottero e la Guardia Costiera con un velivolo Atr 42 proveniente da Pescara.
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