Morto l’avvocato Andrea Arman, difensore dei risparmiatori traditi
Si è spento a 65 anni il noto legale trevigiano, figura di riferimento nella battaglia per i risparmiatori delle ex banche popolari. E’ stato lo storico difensore dei Serenissimi e attivo in politica

Scuote il mondo della politica, dell’associazionismo e dell’avvocatura veneta. Nel pomeriggio di lunedì 17 febbraio è mancato l’avvocato Andrea Arman, 65 anni (compiuti lo scorso 19 dicembre) di Valdobbiadene, anche se il suo studio legale era a Vidor. Da un anno lottava contro una brutta forma di leucemia che lo aveva costretto, negli ultimi mesi, a continui ricoveri e dimissioni dall’ospedale, nella speranza di trovare un donatore. Speranza che era diventata concreta proprio alcune settimane fa quando era stato trovato un donatore compatibile per un trapianto di cellule staminali.
Ma, venerdì sera, Arman ha avuto un improvviso peggioramento per il quale è stato necessario il suo ricovero nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Il legale di Valdobbiadene ha perso piano piano conoscenza fino ad addormentarsi domenica sera. Ieri pomeriggio la notizia della sua morte. Arman era molto noto come legale.
Nel 1997, assieme al collega e amico Luigi Fadalti, difese i Serenissimi davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Venezia, accusati di associazione eversiva con finalità di terrorismo per l’assalto a piazza San Marco.
Gli ultimi anni li aveva dedicati al Coordinamento Don Torta, a fianco degli azionisti e risparmiatori che avevano visto volatilizzare tutti i loro risparmi nelle banche popolari venete, dalla Popolare Vicentina a Veneto Banca. Arman era stato un punto di riferimento per centinaia di risparmiatori, nelle proteste e nella lotta per ritornare in possesso dei propri soldi.
Anche lui, idealista convinto, aveva perso centinaia di migliaia di euro, i risparmi di una vita. «Questa vicenda delle ex popolari venete mi ha fatto invecchiare precocemente», aveva detto Arman in un’intervista del 2018, quando si candidò alle elezioni politiche, nelle fila del Movimento 5 Stelle.
Il dramma di molti risparmiatori lo indusse anche a dare vita all’apprezzata iniziativa di istituire un centro di supporto psicologico per i risparmiatori truffati, alcuni dei quali arrivarono anche a togliersi la vita. Il legale di Valdobbiadene, comunque, non era un novizio della politica. Negli anni Ottanta, assieme a Franco Rocchetta, fu tra i soci fondatori della Liga Veneta, nel 1984 era stato consigliere comunale a Valdobbiadene sempre della Liga Veneta.
Quando poi prese spazio la Lega Nord lui entrò nella Union del Popolo Veneto, di cui era stato presidente, segretario e anche candidato nel 1991. E c’è una curiosità: era stato candidato in una lista civica autonomista collegata a Carraro, che era il candidato del centro-sinistra, alle Regionali: «Ma solo perché avevano bisogno di un nome per coprire la zona – spiegò – ho dato la mia disponibilità solo per una adesione di facciata e in realtà non ho fatto campagna elettorale». Inserito anche nel mondo della caccia, come legale difese numerosi cacciatori, finendo per questo sotto accusa da parte di molti avversari politici.
Nel novembre del 2021 fu bersaglio di ignoti che gli bruciarono un chalet di montagna a Col de Miotto, una località a quota 1.040 metri sul livello del mare, praticamente al confine tra i Comuni di Segusino e Valdobbiadene. Un fatto che gli provocò molta amarezza, tanto da chiedere con insistenza indagini e approfondimenti per dare un nome e un volto ai responsabili.
«Per me quella casa, al di là del valore economico - disse - aveva soprattutto un valore affettivo. Era il cardine attorno al quale girava la vita mia e quella della mia famiglia. Non la usavo solo per la caccia, ma anche per viverci, per le passeggiate in montagna».
Nel giugno del 2022, tornarono a colpirlo distruggendo la roulotte che serviva da punto di coordinamento per ristrutturare la sua casa di montagna. «Chi c’è dietro a questo nuovo atto intimidatorio? Non c’è dubbio che ci sia la stessa mano che ha incendiato la casa nel novembre scorso», disse con amarezza Arman. E aggiunse: «Chi sono? Non spetta a me a dirlo ma agli inquirenti a individuarli». Ma le indagini non portarono a nulla. Lascia la moglie “Loria” Annadele Verri.
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