Asolo, si è spento a 62 anni Roberto Danieli, inventore di Diadora

Si è spento ieri mattina, all’età di 62 anni, nella sua casa di Asolo, Roberto Danieli, uno degli imprenditori più noti della Marca. E’ stato presidente della Diadora fino al 1998, quando la società è stata ceduta al gruppo Invicta. Quindi è stato socio in Stonefly e Lotto Sport Italia.
DeMarchi Montebelluna Roberto Danieli DeMarchi Montebelluna Roberto Danieli
DeMarchi Montebelluna Roberto Danieli DeMarchi Montebelluna Roberto Danieli
Con i figli aveva rilevato nel 2003 dai fratelli Comunello la Cacao, azienda di abbigliamento, la cui sede era stata trasferita a Montebelluna e che è diventata la nuova azienda di famiglia.

 

Ammalato da un paio di anni, si erano aggravato a fine gennaio, al ritorno dal Kenya, paese a cui era legato e dove ritornava ogni volta che poteva.


Il nome di Roberto Danieli era legato agli anni d’oro della Diadora, azienda di scarpe e abbigliamento sportivi con sede a Caerano, una delle poche realtà italiane a fare concorrenza alle multinazionali nel settore delle scarpe sportive.

 

La gestiva, nel ruolo di presidente, coi fratelli Pierluigi, scomparso nel 2006, e Diego. E’ rimasta l’azienda di famiglia fino al 1998 ed è stata una delle protagoniste del mondo della sponsorizzazioni.

 

La Diadora dei fratelli Danieli aveva nella sua scuderia calciatori come Bettega, Van Basten, Baggio, tennisti come Borg, campioni di atletica come Moses e Jonhson.


Per parecchi anni era stata sponsor tecnico della nazionale di calcio italiana. Quindi la decisione di cedere il marchio alla Invicta verso la fine degli anni Novanta, quando la scarpa da tennis, calcio,... faceva sempre più fatica a concorrere coi colossi Nike, Reebok, Adidas.


Roberto Danieli non si era ritirato a vita privata. Era entrato nella Stonefly, aveva fatto parte della cordata che ha rilevato la Lotto, rivale storica della Diadora.

 

Poi il rientro in prima persona con la Cacao, azienda di abbigliamento che Roberto Danieli aveva rilevato coi figli dai fratelli Comunello.

 

La sua passione, oltre all’imprenditoria, era il calcio.


Per 25 anni è stato il presidente del Calcio Caerano e sotto la sua presidenza la società ha militato nel campionato interregionale.


Un paio di anni fa l’insorgere di una grave malattia lo ha costretto a dedicare meno tempo al lavoro.


L’autunno scorso era andato in Kenya, dove possedeva una casa. Lì sembrava aver ritrovato vigore. Era tornato per Natale e poi di nuovo in Kenya. Il definitivo rientro a fine gennaio.


Subito dopo le sue condizioni si sono aggravate al punto di non lasciare più speranze. Lascia la moglie Anna, i figli Marco e Giacomo, il fratello Diego, la sorella Maria Luisa.

 

«Con lui - commenta il sindaco di Asolo, Daniele Ferrazza - scompare una delle figure più rappresentative dell’industria dello sport di Montebelluna, tra i più importanti capitani d’industria del Veneto».

 

L’amico Andrea Tomat, presidente di Lotto Sport Italia, Stonefly e Confindustria Veneto, lo ricorda così: «Apparteneva a una generazione di imprenditori capaci di creare dal nulla realtà aziendali leader nel modno. Le nostre vite si sono incrociate per oltre 20 anni. Ho avuto modo di apprezzare la sua visione, la determinazione e la chiarezza nei rapporti. E’ stato una delle persone che più hanno contribuito a far progredire lo sport in Italia e nel mondo».

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