Altolà del giudice all'Outlet di Roncade

A poche settimane dall'apertura, il Consiglio di Stato annulla tutte le licenze
Il «rendering» dell’Outlet di Roncade
Il «rendering» dell’Outlet di Roncade
RONCADE.
Il Consiglio di Stato annulla le autorizzazioni commerciali del Roncade Outlet Gallery. L'apertura del tempio dello shopping è rimandata a data da destinarsi. Bisognerà riavviare tutto l'iter burocratico. Per il Gruppo Basso si tratta di una mazzata. I giudici amministrativi si sono pronunciati sul ricorso presentato da Iper Gara, proprietaria del Centro commerciale Tiziano di Olmi.


È a una svolta la guerra tra gli «iper» della Marca. La sentenza del Consiglio di Stato, depositata il 24 settembre, è arrivata come un tornado a scombinare il mercato ed i progetti del Gruppo Basso. L'apertura del Roncade Outlet Gallery sembrava cosa fatta. Dopo mille rinvii tra cause giudiziarie e crisi economica, ad agosto dalla Lefim, società del Gruppo Basso che ha realizzato la struttura sulla Treviso-Mare, era trapelato che l'apertura sarebbe stata fissata tra Natale e la primavera 2011.


Ad annunciare l'avvio ormai prossimo dello shopping a prezzo di stock, anche un mega striscione sistemato sull'edificio - ormai pronto - lungo la strada per il litorale. Ma la sentenza del Consiglio di Stato rimescola tutte le carte. Il pronunciamento si riferisce al ricorso in appello presentato a novembre da Iper Gara, società che per prima ha dato i natali ad un «iper» nella Marca, il Tiziano di Olmi. Iper Gara - che dal 2006 combatte contro l'Outlet a colpi di ricorsi - aveva impugnato la sentenza del Tar del Veneto sulla questione dell'accorpamento delle licenze di vendita per l'apertura dell'Outlet.


Seguita dagli avvocati romani Vittorio Biagetti e Franco Di Maria, Iper Gara ha presentato appello sulla base di 26 motivazioni, citando anche il Comune di Roncade e la Regione.


«La società lamenta che al Gruppo Basso sia stata permessa l'apertura e l'ampliamento di una struttura di vendita di enormi dimensioni - si legge nella sentenza del Consiglio di Stato - e, soprattutto, di conservare indefinitivamente nel tempo le relative autorizzazioni nonostante che, proprio per assicurare l'ordinato sviluppo del commercio, le autorizzazioni per grandi strutture di vendita sono soggette a rigidi termini di attivazione, pena la loro decadenza».


Secondo i giudici amministrativi, «il Comune, permettendo al Gruppo Basso di conservare sine die autorizzazioni commerciali mai attivate, ha consentito alla stessa società di aggirare la pianificazione commerciale». E ancora il Consiglio di Stato ha riconosciuto che l'Outlet sarebbe sorto grazie ad un accorpamento di licenze non possibile in questo caso. Non solo: i giudici hanno accolto anche la dichiarazione di illegittimità per aver proceduto alla modifica della ripartizione interna della struttura di vendita senza essere passati per la Valutazione d'impatto ambientale.



«Il Consiglio di Stato ha annullato tutte le autorizzazioni commerciali dell'Outlet. Non ci sono dunque le condizioni per l'apertura - fanno sapere dallo studio legale Biagetti - Esistono altri contenziosi pendenti, che non potranno però prescindere da questo pronunciamento».
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