Ancora frane, l’Alemagna invasa da fango e detriti: è rebus riapertura
Se in Fadalto la strada sarà riaperta oggi (8 luglio), a San Vito di Cadore rischia di rimanere chiusa ancora un giorno in più, fino a giovedì 10 luglio, soprattutto dopo questa nuova colata

E' tornata a invadere la carreggiata della Statale 51 di Alemagna la colata detritica che dalle prime ore di oggi, 8 luglio, si è mossa a San Vito di Cadore, in provincia di Belluno.
Il nuovo episodio si è verificato a circa 40 metri sotto la colata che si era staccata dalla Croda Marcora il primo luglio scorso.
Fango, sassi e detriti sono scesi fino alla strada, rendendo necessario un intervento urgente di messa in sicurezza, con tecnici e operai allertati dall'Anas dall'alba, per valutare l'entità del danno e predisporre le operazioni di sgombero.
Se in Fadalto la strada sarà riaperta questo pomeriggio (probabilmente), a San Vito di Cadore rischia di rimanere chiusa ancora un giorno in più, fino a giovedì 10 luglio, soprattutto dopo questa nuova colata. Il posizionamento dei pluviometri, in attesa dei sensori e del radar, è infatti un’operazione più complessa del previsto.
«Ieri l’impresa incaricata ha cominciato a gettare la piattaforma in cemento presso il sito individuato a monte della sede della De Pra», ha detto Massimo Bortoluzzi, consigliere delegato della Provincia.
Oggi, se il tempo lo permetterà, si completeranno i lavori preliminari e si installerà la strumentazione. Un secondo pluviometro sarà collocato ai piedi della Croda Marcora e qui l’operazione diventa più delicata, per motivi di sicurezza.
Dopo la colata di questa notte, anche ieri mattina il Marcora ha scaricato parecchio materiale. «I rumori li abbiamo puntualmente percepiti mentre eravamo in ispezione», racconta il geologo Luca Salti. Una volta collocati, i due rilevatori dovranno essere collaudati. E nel frattempo si dovranno fissare le regole di gestione.
Chi deciderà di chiudere l’Alemagna, in caso di emergenza, una volta che dalle strumentazione arriverà il segnale di allarme per l’eccessiva pioggia caduta? «Il Comune, d’accordo anche con la Provincia», ha affermato il sindaco Franco De Bon, «sta facendo pressing per accelerare i tempi della riapertura. Speriamo che sia mercoledì, il giorno giusto. Se sarà giovedì, vorrà dire che non c’erano ancora tutti i presupposti della sicurezza.
D’altra parte è una responsabilità grave quella che si sono assunti quanti hanno deciso di procedere seppur con questi primi presupposti. Alla luce del fatto che la statale è monitorata a vista».
Per la verità sta accelerando anche l’Anas, con le imprese che ha ingaggiato. Imprese che ieri hanno spostato migliaia di metri cubi di materiale, in modo da creare gli spazi per ulteriori necessità. In particolare l’alveo della condotta è stato liberato dai detriti scesi con le ultime piogge.
Il tombotto sotto la statale Alemagna si presenta del tutto libero. Via anche il tappo che si stava creando sul rio Venco ed il relativo ponte. Una parte consistente di questi detriti è stata trasferita sullo spazio individuato nei pressi del cantiere dell’impresa De Pra.
Certo è che resta la preoccupazione delle precipitazioni pomeridiane e notturne. Anche ieri, sul far della sera, si coglieva questo stato d’ansia. «In effetti tra questa sera e le prime ore di domani», ammetteva l’assessore Bottacin ieri pomeriggio, «è previsto il transito di una seconda perturbazione, con probabili rovesci e temporali da sparsi a diffusi.
Saranno possibili fenomeni di forte intensità (forti rovesci, forti raffiche di vento, locali grandinate) e quantitativi abbondanti specie sulle zone prealpine e pedemontane centro orientali, in occasione dei temporali più forti o ripetuti.
Vedremo se domani pomeriggio il meteo permetterà all’elicottero di alzarsi in volo per posizionare i sospirati pluviometri».
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