Volontari e sindaci non punibili se rispettano le procedure: approvato il ddl sulla Protezione civile

Il disegno di legge mira a chiarire e definire il regime di responsabilità penale applicabile a operatori e autorità durante lo svolgimento delle loro attività

Christian Seu
Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl che definisce la responsabilità di volontari, funzionari e sindaci
Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl che definisce la responsabilità di volontari, funzionari e sindaci

Il Consiglio dei ministri ha approvato martedì 28 ottobre il disegno di legge che punta a definire la responsabilità di volontari, funzionari e sindaci impegnati in attività di Protezione civile. Il ddl mira a chiarire e definire il regime di responsabilità penale applicabile a operatori, autorità e volontari della Protezione civile durante lo svolgimento delle loro attività.
«Il ddl, tra le altre cose, introduce una nuova norma con cui la punibilità per lesioni colpose e di omicidio colposo è esclusa se le autorità di protezione civile, quindi anche i sindaci e i dirigenti si sono attenuti alle linee guida e alle buone pratiche in materia», spiega il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, che ha seguito l’iter fin dalle prime battute.

Ciriani: «Ora un’approvazione rapida»

«Nell’accertamento delle eventuali responsabilità si dovrà tenere conto delle condizioni di estrema difficoltà in cui opera la Protezione civile e quindi l’urgenza, e la disponibilità di mezzi, uomini e risorse. E’ un provvedimento questo atteso da tempo e di cui ho personalmente seguito la stesura. Rispondiamo alle problematiche e alle esigenze rappresentate dalle realtà territoriali, il Friuli Venezia Giulia in primo luogo, così da garantire che la Protezione civile, eccellenza della regione, possa proseguire il suo prezioso lavoro – ha aggiunto Ciriani -. Sono particolarmente soddisfatto del risultato e mi impegno in prima persona a seguire l’iter del disegno di legge in Parlamento così da avere un’approvazione rapida e il più unanime possibile».

Musumeci: «Non è uno scudo penale»

«Non uno scudo penale», si è affrettato a precisare in conferenza stampa il ministro della Pc, Nello Musumeci, illustrando il provvedimento che dovrà ora passare al vaglio di Camera e Senato. Il Consiglio dei Ministri «ha adottato il disegno di legge e ha deliberato una procedura d’urgenza per l’esame in Parlamento», ha aggiunto l’esponente del governo.
«Non si tratta di uno “scudo penale” o di garantire l’impunità, ma di tenere conto della specificità della funzione, che richiede di assumere decisioni critiche in pochi secondi – ha aggiunto Musumeci -. La misura, concordata con il ministro della Giustizia, mira a consentire a operatori e volontari di lavorare in serenità e con la massima efficienza durante la gestione di catastrofi come incendi, terremoti o alluvioni».

Come ha sottolineato il ministro, «la norma è ritenuta necessaria per rivitalizzare le strutture locali di Protezione civile e attrarre nuovi volontari.

Contrattazione ad hoc

Nel disegno di legge, si specifica come le Regioni, attraverso la Conferenza presieduta da Massimiliano Fedriga, abbiano «manifestato l’esigenza di istituire, con norma statale, una specifica sezione contrattuale destinata al personale delle strutture regionali di protezione civile».

Il caso Preone

A mettere in moto l’iter legislativo, un’istanza partita proprio dal Friuli Venezia Giulia, scottata dalla vicenda giudiziaria che ha investito il sindaco di Preone, Andrea Martinis, e il coordinatore del gruppo comunale di Protezione civile dello stesso comune carnico, Renato Valent, rinviati a giudizio per il reato di omicidio colposo e per aver disatteso gli obblighi previsti dalla norma sui datori di lavoro.

La vicenda è quella che portò alla morte di un volontario della Protezione civile, Giuseppe De Pauli, il 29 luglio 2023: De Pauli venne colpito da un ramo mentre monitorava un’area dopo il maltempo, perdendo la vita.

 

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