Venezia, l’appello per Trentini dal carcere femminile: «Non dimentichiamolo»

L’attrice Ottavia Piccolo e il patriarca Moraglia hanno ricordato il cooperante del Lido, detenuto da oltre un anno a Caracas 

Maria Ducoli
Alberto Trentini, cooperante del Lido in carcere in Venezuela
Alberto Trentini, cooperante del Lido in carcere in Venezuela

Dal cuore del carcere femminile della Giudecca, l’attrice Ottavia Piccolo ha lanciato un appello per la scarcerazione di Alberto Trentini, il cooperante del Lido detenuto da oltre un anno a Caracas. «Mi sto battendo», ha spiegato, «affinché il nome di Trentini non venga dimenticato». Le sbarre della casa di reclusione femminile, inevitabilmente, fanno correre il pensiero alle stesse che blindano le finestre di El Rodeo I, il maxi-carcere venezuelano dove il lidense è rinchiuso dal novembre del 2024, senza motivo.

Lo scorso novembre, il suo vicino di cella, il francese Camilo Castro, è riuscito a ritrovare la propria libertà e, una volta fuori, ha denunciato le condizioni detentive della struttura. Spazi fatiscenti, trattamenti disumani, tra botte, torture e psicofarmaci per calmare le persone ristrette. Ecco, allora, un motivo in più per continuare, incessantemente, a chiedere la scarcerazione di Alberto.

«Chiedo al Patriarca Moraglia», prosegue Piccolo, «se può dire una parola. Il governo ci dice che sta lavorando alla sua scarcerazione, ma non basta. Non vorremmo che un italiano fosse dimenticato e che la sua situazione passasse sotto silenzio».

L’attrice, originaria di Bolzano, con l’associazione Articolo 21 da un anno si sta battendo per la liberazione del cooperante, sostenendo la famiglia Trentini.

Moraglia, durante la messa in vista del Natale alla casa di reclusione femminile, ha colto così l’occasione per ricordare il veneziano durante le preghiere, «Affinché il Signore possa facilitare il suo ritorno a casa», ha detto nella cappella del carcere, per poi concludere la sua omelia con un augurio di pace. «Non c’è un bel clima, nel mondo. Pensiamo sempre a Gaza ma ricordiamoci anche dell’Ucraina e degli altri 56 conflitti in corso in tutto il pianeta».

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