Sgominata la baby gang che spacciava droga tra Pordenone, Lignano, Bibione e Jesolo

L’indagine riguarda un ingente traffico di hashish e cocaina gestito da un gruppo di giovani di diversa nazionalità, di età compresa tra i 18 e i 25 anni, perlopiù disoccupati. Venti perquisizioni e due arresti

Vasta operazione antidroga, da parte della polizia di stato di Pordenone, finalizzata allo smantellamento di una gang giovanile attiva nello spaccio di sostanze stupefacenti a Pordenone e in provincia e lungo il litorale veneto-friulano.

L’indagine, avviata nel mese di giugno dalla sezione antidroga della squadra mobile di Pordenone e coordinata dalla Procura della Repubblica, riguarda un ingente traffico di hashish e cocaina gestito da un gruppo di giovani di diversa nazionalità, di età compresa tra i 18 e i 25 anni, perlopiù disoccupati.

L’operazione ha preso avvio alle prime luci dell’alba di martedì 11 novembre con una ventina di perquisizioni nei confronti dei soggetti coinvolti, a vario titolo, nel traffico di droga.

Traffico di droga da Pordenone a Lignano, fermata una baby gang dedita allo spaccio

A capo del gruppo vi è un cittadino brasiliano di 22 anni, già indagato per reati in materia di stupefacenti e contro il patrimonio, che per la gestione dello spaccio su strada si avvaleva dei cosiddetti “rider”.

Nel periodo monitorato, la squadra mobile ha documentato centinaia di episodi di cessione di droga, avvenuti sia nel territorio provinciale sia nelle località balneari di Lignano, Bibione e Jesolo.

Nel corso delle attività sono stati inoltre effettuati due arresti in flagranza di reato e deferiti all’Autorità Giudiziaria due giovani, di cui uno minorenne, per il medesimo reato.

È emerso che si tratta di una vera e propria gang giovanile, ispirata ai modelli della musica trap, i cui temi ricorrenti – criminalità, vita di strada, denaro facile e droga – si riflettono nello stile di vita del gruppo, caratterizzato da atteggiamenti spavaldi e talvolta violenti verso chi non saldava i debiti per l’acquisto di stupefacenti.

Le autovetture di grossa cilindrata, utilizzate sia per il trasporto della droga sia per ostentare i proventi dell’attività illecita, risultavano noleggiate tramite prestanome, poiché i reali utilizzatori erano sprovvisti di patente, mai conseguita o già ritirata. Il totale disinteresse per le più elementari regole della convivenza civile emergeva anche dal fatto che tali veicoli venivano condotti senza patente, sotto l’effetto di alcol o stupefacenti, e a velocità tali da mettere in pericolo la sicurezza degli altri utenti della strada.

In più occasioni, gli indagati si sono resi protagonisti di fughe agli alt delle forze dell’ordine, generando inseguimenti ad alto rischio.

Una delle “regole” del gruppo era quella di sostituire frequentemente i veicoli, con l’evidente intento di renderli difficilmente rintracciabili dagli investigatori. Nel corso dell’indagine sono stati monitorati circa quindici automezzi. Gli elementi raccolti durante la fase investigativa hanno consentito al Pubblico Ministero titolare del fascicolo di contestare un centinaio di capi di imputazione per spaccio di sostanze stupefacenti a carico di 18 persone, nei confronti delle quali l’autorità giudiziaria ha emesso un decreto di perquisizione personale e locale, eseguito nella giornata odierna dalla squadra mobile di Pordenone con la collaborazione delle squadre mobili di Trieste, Udine e Gorizia, del reparto prevenzione crimine di Padova e delle unità cinofile della polizia di stato e della guardia di finanza.

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