Omicidio di Gemona, la madre confessa: «Ho fatto una cosa mostruosa. La sua compagna è la figlia che non ho mai avuto»
Lorena Venier ha ammesso di aver ucciso il figlio Alessandro durante l’interrogatorio di giovedì sera. Ha escluso futili motivi alla base dell’omicidio, commesso la notte del 25 luglio

Ha confessato Lorena Venier, la donna di 61 anni accusata, insieme alla nuora Maylin Castro Monsalvo, 30 anni, dell’omicidio del figlio, Alessandro Venier, 35 anni, avvenuto a Gemona del Friuli. Nel corso dell’interrogatorio davanti al pubblico ministero Giorgio Milillo, durato due ore, la donna ha ammesso le proprie responsabilità, affermando di aver compiuto «un gesto mostruoso, fuori natura». Ha anche fornito elementi utili alla datazione del delitto, compiuto la notte del 25 luglio. «Mailyn è la figlia femmina che non ho mai avuto»: è quanto ha aggiunto agli investigatori Lorena Venier.
Inoltre, la donna, infermiera, sarebbe andata regolarmente al lavoro fino a mercoledì sera, il giorno prima del ritrovamento dei resti.
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Rispondendo a tutte le domande del pm, ha escluso che alla base dell’omicidio ci siano stati futili motivi (non la discussione per le mancanze di Alessandro nella preparazione della cena ma altre ragioni legate al contesto famigliare che dovranno essere chiarite dalle autorità). «La signora ha spiegato in maniera lucida ciò che l’ha spinta ad agire, il suo movente, che sarà oggetto di verifica da parte dell’autorità giudiziaria» ha reso noto il suo avvocato Giovanni De Nardo che non si è spinto oltre nel rispetto del segreto istruttorio.
La donna è apparsa “lucida e consapevole” durante la confessione, come ha aggiunto De Nardo, ma anche “visibilmente scossa per la crudeltà della sua azione, di cui è conscia”. Escluso dalla madre della vittima il coinvolgimento di terze persone.
L’interrogatorio di Maylin Castro Monsalvo, invece, inizialmente previsto per venerdì, è slittato a sabato 2 agosto davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Udine. La trentenne dovrà spiegare il suo coinvolgimento nella vicenda, assistita dagli avvocati Federica Tosel e Francesco De Carlo.
La conferma è arrivata dagli stessi legali: «La vicenda è delicatissima e serve la massima cautela, anche in ragione delle sue condizioni di salute e della presenza di una bimba di pochi mesi, la cui posizione va assolutamente tutelata. Maylin è apparsa molto provata e poco lucida».
Chi è Lorena Venier
Sessantunenne, lavora come infermiera al distretto sanitario di Gemona, ospitato nell’ospedale civile. La notizia dell’omicidio, e soprattutto le modalità con cui è stato eseguito, ha sconvolto i colleghi della donna. Nessuno ha voluto entrare nel merito dell’accaduto, limitandosi a sottolineare come Lorena fosse «una brava professionista, diligente e precisa».
A tal punto da aver lei stessa coordinato alcuni corsi per operatori socio-sanitari. «Al lavoro si è sempre dimostrata disponibile - ha aggiunto un collega -. Aveva fatto il master in coordinamento anche con buoni risultati». In passato, prima di diventare dipendente dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale aveva lavorato come infermiera in alcune case di riposo della montagna friulana.
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