Matrimonio Bezos, allargata la no fly zone a Venezia. Prime limitazioni nei rii: «Non sono zone rosse»
Vertice in prefettura per la sicurezza delle personalità, la regina Rania in forse: allestimento alla Madonna dell’Orto, la polizia locale cerca vigili volontari

Lunedì erano all’Arsenale, martedì le stesse magliette si riconoscevano fare dentro e fuori dalla chiesa della Madonna dell’Orto, la scritta gialla sulle schiene dello staff diventata una firma dell’organizzazione per l’evento dell’anno.
Si scrive “Security”, si legge “Jeff Bezos”. Ma anche in assenza di sguardi indagatori, ci ha pensato Ca’ Farsetti a confermare la prima delle location per la tre giorni nuziale di mister Amazon: una specifica ordinanza del Comune ha infatti interdetto la navigazione nel rio della Madonna dell’Orto, in rio Brazzo e in rio dei Muti, dalle 18 a mezzanotte di domani; viene anche autorizzato l’impiego di una barca con generatore elettrico e l’installazione di un pontile per il carico e lo scarico sul campo della chiesa, tutto per un «evento privato», «su incarico di una società inglese specializzata in wedding planning», che prevede «un grande afflusso di mezzi nautici».Pochi dubbi, insomma.
Non è neppure l’unica novità che emerge dall’albo pretorio: la polizia locale ha infatti lanciato un appello ai suoi stessi agenti non impegnati in turno per partecipare a un progetto specifico di gestione della folla e del traffico nel corso dei prossimi giorni: straordinari volontari, coperti da 13.500 euro messi a disposizione proprio dall’organizzatore dell’evento.
A 24 ore dall’inizio dei festeggiamenti, d’altronde, anche la coltre di riservatezza tanto cara agli inglesi di Lanza & Baucina - la società assoldata da Bezos e Sanchez per organizzare l’evento dell’anno - non può che mostrare il fianco alla necessità di allestimento e pianificazione ufficiale. Martedì mattina, a Ca’ Corner, le autorità cittadine sono tornare sulla questione: un altro comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica ha fatto il punto in vista degli arrivi più significativi, anche alla luce della situazione internazionale sempre più allarmante.
«Duecento, duecentocinquanta persone non sono niente per una città come Venezia, in grado di gestirne centomila in una sola giornata di picco», ha sorriso il prefetto Darco Pellos, «Ovviamente però, tra questi invitati, ci sono personalità di peso istituzionale, ed è per queste che è necessaria un’attenzione particolare da parte nostra».
Il riferimento è alla figlia del presidente statunitense Donald Trump, Ivanka, e al resto della sua famiglia, ma non solo: nell’elenco degli ospiti delle nozze figurerebbero anche i reali di Giordania; non è detto che la regina Rania e il re Abdallah II accettino di presenziare al matrimonio, ma se invece arrivassero in laguna dovrebbe scattare un piano di controllo blindatissimo, che davvero potrebbe stravolgere le geografie della città da qui a domenica.
Al momento, comunque, la Prefettura non prevede blocchi particolari in centro storico - fatti salvi quelli decisi dal Comune per motivi squisitamente pratici, come nel caso della Madonna dell’Orto, appunto: «Non prevediamo di attivare zone rosse, non ve n’è la necessità», continua Pellos, «Abbiamo anche verificato la capacità dell’aeroporto di accogliere la grande quantità di jet privati in arrivo, ma di fatto il Marco Polo ne riceve anche di più durante i giorni della Mostra del cinema, ogni anno. Abbiamo ribadito il divieto di sorvolo sulla città, in verità già in vigore e valido anche nei confronti dei droni».
La misura, però, è stata aggiustata: la “no fly zone” lagunare infatti normalmente comprende Venezia città, le isole di Murano, Burano e Torcello e il Lido, ma non il canale della Giudecca e l’isola di San Giorgio; mancanze, queste, coperte proprio nel corso dei comitati recenti. Non è più un segreto che venerdì la macchina della festa approderà proprio negli spazi della fondazione Cini, bloccare qualsiasi robottino volante che possa arrivare sopra il palco e il giardino non è solo un provvedimento contro i paparazzi, è anche una garanzia contro possibili rischi.
Sul fronte delle contestazioni, invece, il lavoro delle forze dell’ordine si è in parte semplificato dopo il trasferimento dell’evento di sabato dalla Scuola grande della Misericordia all’Arsenale: il comitato “No space for Bezos” ha segnato il punto e ha scelto di «non inseguire il nemico in fuga», trasformando la protesta da un tuffo collettivo in canale a un più semplice corteo, che partirà da Santa Lucia e che si concentrerà soprattutto sulle richieste di un cessate il fuoco internazionale. Come ha dimostrato la serata di ieri, però, alle manifestazioni improvvisate non c’è mai fine, specie quando gli occhi di tutto il mondo sono puntati nella stessa direzione.
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