“La bambina con la valigia”, il film sulle foibe e sull’esodo girato a Nord Est
I set in Friuli Venezia Giulia, tra gli attori protagonisti la padovana Sara Lazzaro e il trevigiano Davide Strava. Il film in onda su Rai 1 lunedì 10 febbraio in prima serata nel Giorno del Ricordo

E’ tutto made in Nordest il film prodotto da Rai Fiction per la Giornata del Ricordo “La bambina con la valigia” di Gianluca Mazzella, in onda oggi, 10 febbraio, in prima serata alle 21.30 su Rai1.
Le location coinvolgono molti siti del Friuli Venezia Giulia, dove ancora si respira il passaggio degli istriani in fuga dalle foibe, e tra i protagonisti ci sono Sara Lazzaro, attrice padovana volto noto di serie tivù di successo, da “Doc: nelle tue mani” a “Call my agent”, da “Sono Lillo” a “La legge di Lydia Poet”, e l’attore trevigiano Davide Strava, già diretto da Pupi Avati in “Nato il 6 ottobre” e prossimamente nella serie “Miss Fallaci” con Miriam Leone.
La storia
“La bambina con la valigia” racconta la storia vera di Egea Haffner, che il 6 luglio del 1996, dopo la sparizione del padre Kurt, catturato dai titini, si mette in viaggio da Pola con il suo piccolo bagaglio recante la scritta “esule giuliana”. Direzione Bolzano, dove sarà accolta dalla nonna Maria, un’intensa Sandra Ceccarelli, e dalla zia Ilse, Sara Lazzaro, che con il fratello Anselmo, Davide Strava, la cresce come una figlia.
«Ilse diventa un punto di riferimento per Egea per molti anni», anticipa Lazzaro, «sostituendosi quasi alla madre stessa, che andò a costruirsi un nuovo futuro in Sardegna. E’ una donna molto composta e delicata. Si porta appresso un’educazione rigorosa, che però non le impedisce di essere empatica e amorevole. Ha una forza silenziosa ma potente, mai rumorosa ma tenace e resiliente. Per me è sempre toccante interpretare personaggi realmente esistiti. E questo, in particolar modo, ha un valore aggiunto vista l’importanza che questa zia ha avuto per Egea Haffner: spero lei, che è ancora in vita, la possa riconoscere in qualche sfumatura».
La bambina, interpretata dalla piccola Petra Bevilacqua, cresce quindi a Bolzano, scoprendo sulla propria pelle il dramma dello sradicamento, dell’esodo che accomunò più di 250 mila persone delle comunità italiane giuliano-dalmate e istriane, costrette a lasciare la propria casa e a immaginare per sé un nuovo futuro.
I luoghi
Le location scelte come contesto ambientale della vicenda, trasudano ancora oggi la sofferenza e l’animo dilaniato degli esuli, da Trieste all’ex Campo profughi di Patriciano, e poi Sistiana, Molo Luglio Sorgenti a Duino Aurisina, Campo dei Patriarchi a Grado, utilizzata per rappresentare Pola, e ancora il cimitero di Fusine in Valromana, Tarvisio e Gorizia, che hanno prestato i loro scorci, le loro strade e facciate, per le scene ambientate nella Bolzano del secondo dopoguerra.
«La storia che raccontiamo», spiega Davide Strava, «è una storia dell’altro ieri, e ci siamo accorti di quanto sia vicina, girando con le comparse di Aurisina e Trieste, perché questo esilio è ancora molto sentito in loro. Egea è un simbolo per tutti gli esuli e una testimonianza di come, sempre, nelle situazioni di guerra i bambini subiscano le decisioni dei grandi: è un tema di cui bisogna parlare e mi rende orgoglioso di aver fatto questo film, il mio primo ruolo importante in una produzione Rai Fiction. Del personaggio di Alfonso mi porto a casa la caratura morale, perché è un uomo integro, risoluto e pragmatico, ma di grande cuore, in cui ho infuso la mia personale dolcezza per rendere l’affetto che nutre nei confronti della piccola nipote».
“La bambina con la valigia” è co-prodotto da Clemart con il contributo della Friuli Venezia Giulia Film Commission e il sostegno della Camera di Commercio Venezia Giulia Trieste e Gorizia per “Go! 2025 Nova Gorica Gorizia” capitale europea della cultura.
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