«Israele verso l’esclusione dalla Uefa»: in bilico il match contro l’Italia

L’indiscrezione lanciata dal Times, secondo cui una decisione arriverà la prossima settimana. In tal caso sarebbe annullata la partita in programma a Udine il 14 ottobre

Mattia Pertoldi
Tifosi israeliani in tribuna allo stadio Friuli durante il match dello scorso anno contro l’Italia (foto Petrussi)
Tifosi israeliani in tribuna allo stadio Friuli durante il match dello scorso anno contro l’Italia (foto Petrussi)

La voce è senza dubbio autorevole perché rimbalza da Londra, ed esattamente dal Times, uno dei più importanti quotidiani d’Oltremanica e del mondo. In riva al Tamigi, infatti, sostengono che la Uefa sarebbe in procinto di escludere la Nazionale israeliana di calcio dalle qualificazioni mondiali e il Maccabi Tel Aviv dall’attuale girone unico di Europa League. La decisione, stando sempre al Times, sarebbe «attesa la prossima settimana, con la maggioranza dei membri del board della Uefa favorevole».

Ora, se è vero che l’esclusione di Israele spalancherebbe all’Italia di Gennaro Gattuso le porte per, quantomeno, agganciare il secondo posto in classifica e dunque gli spareggi per andare al mondiale, considerato come la Nazionale di Tel Aviv sia inserita nello stesso girone degli Azzurri (e della Norvegia prima della classe), è chiaro che un eventuale “cartellino rosso” sventolato dalla Uefa impatterebbe anche su Udine dove il 14 ottobre è in programma Italia-Israele.

Un match che, nel caso, non si disputerebbe – ovviamente – assecondando, in questa maniera, le richieste del sindaco Alberto Felice De Toni e della sua intera maggioranza in Comune che in più occasioni avevano chiesto agli organismi calcistici competenti (Fifa, Uefa e, in misura minore, Figc) di intervenire. «La Uefa prenderà la sua decisione in totale autonomia – ha detto il sindaco –. Quanto a me, non ho mai preteso l’esclusione di Israele dalle competizioni, bensì ho suggerito il rinvio della gara a data da destinarsi perchè, certamente, non ci sono le condizioni, con un conflitto in atto, per organizzare una festa dello sport come deve essere una partita della Nazionale. Diverso, invece, è il discorso del Consiglio comunale che aveva chiesto la liberazione degli ostaggi, la fine della guerra e il riconoscimento della Palestina».

Vale la pena di ricordare, inoltre, come l’eventuale estromissione di Israele si muoverebbe in netta controtendenza rispetto alle precedenti posizioni dei vertici del calcio europeo. A inizio mese, infatti, il numero uno della Uefa, lo sloveno Aleksander Ceferin, interpellato da Politico, si era schierato palesemente contro un’ipotesi di questo genere. «Non sono favorevole all’esclusione degli atleti israeliani – aveva detto –. Cosa può fare un atleta al suo Governo per fermare la guerra? È molto, molto difficile. D’altra parte però, quello che sta succedendo ai civili a Gaza mi ferisce personalmente, mi uccide. Non si possono vedere ancora queste cose».

Cos’è successo, dunque, nel frattempo? Una pressione internazionale molto forte comprensiva di alcuni esperti dell’Onu, senza dubbio, ma soprattutto il fatto che meno di una settimana dopo le parole di Ceferin, Israele abbia bombardato la capitale del Qatar, Doha, nel tentativo di eliminare i vertici di Hamas. E non sono certo un mistero gli stretti rapporti tra la monarchia delGolfo e la Uefa.

L’emiro Nasser Ghanim Tubir Al-Khelaïfi, nel dettaglio, guida il fondo sovrano qatariota, possiede il Paris Saint Germain fresco vincitore della Champions League e presiede pure l’Associazione dei club europei. Una presidenza, tra l’altro, arrivata dopo l’addio di Andrea Agnelli successivo al lancio del progetto (presto abortito) di SuperLega – osteggiato da Ceferin perchè avrebbe di fatto affossato la Uefa –, cui Al-Khelaïfi si è opposto fin dal principio.

Se a questo ci aggiungiamo il fatto che Qatar Airways – la compagnia di bandiera dell’emirato – è da un anno sponsor ufficiale della Champions League con un accordo valido fino al 2030 e che, secondo i media specializzati, porterà nelle casse della Uefa qualcosa come mezzo miliardo in sei stagioni, bene si capisce il peso non proprio secondario che Doha riveste nei confronti di Nyon.

Non sorprende, pertanto, che gli israeliani siano stati i primi a puntare il dito contro il Qatar. «Siamo al lavoro con il premier per impedire questa mossa» ha commentato a stretto giro di posta il ministro dello Sport di Tel Aviv, Miki Zohar. La palla però, è nelle mani del board della Uefa che potrebbe decidere entro qualche giorno. Anticipando, e non di poco, la riunione prevista ufficialmente il prossimo 9 dicembre. Incerto, infine, l’orientamento della Fifa che dovrà discutere la questione la prossima settimana. 

 

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