Vademecum anti moschea della Lega: scoppia la polemica

L’ex sindaca di Monfalcone Cisint: spieghiamo ai sindaci come difendere il territorio e chiudere i centri islamici abusivi, a partire dal Triveneto. Immediata la replica di Serracchiani (Pd): bizzarro, al Viminale c’è il loro ministro

Cristian Rigo
Anna Maria Cisint e Marco Dreosto a Udine (foto Petrussi)
Anna Maria Cisint e Marco Dreosto a Udine (foto Petrussi)

Anche i sindaci possono chiudere i centri islamici irregolari. A spiegare come si fa e quali sono i passaggi amministrativi per individuarli e sanzionarli ha pensato la Lega che, sull’esempio di quanto fatto a Monfalcone dall’ex sindaca Anna Maria Cisint, ha predisposto un vademecum rivolto agli amministratori locali sul contrasto alle moschee irregolari. E non è finita qui. La Lega chiede più controlli sui finanziamenti dei centri islamici e Cisint ha scritto al commissario per le Migrazioni Brunner evidenziando le emergenze di Trieste e Udine sulla rotta Balcanica. Immediata la replica della deputata dem Debora Serracchiani: «Al Viminale c’è il loro ministro».

Le segnalazioni

«Da Caltanissetta a Bolzano - ha detto Cisint - mi stanno arrivando segnalazioni da tutta Italia sulla presenza di moschee abusive: ex negozi, garage, scantinati trasformati in luoghi di culto senza alcuna autorizzazione, proprio dopo che pochi giorni fa ho lanciato una campagna nazionale per raccogliere le denunce dei cittadini e comporre una mappatura. Stimiamo che ce ne siano almeno 60, ma faremo un monitoraggio per avere dei dati più precisi. Per questo abbiamo predisposto un vademecum che sarà diffuso in tutta Italia a partire dal Triveneto con le istruzioni tecniche per chiudere una moschea irregolare legittimamente. Ora i sindaci hanno strumenti concreti per ripristinare la legalità in quei luoghi che spesso sono focolai di fondamentalismo e di predicazione dell’odio verso l’Occidente».

Le proposte di legge

«A questo - ha proseguito l’europarlamentare - si affiancano le nostre proposte di legge, già consegnate in settimana al ministro Piantedosi, contro i centri islamici che si nascondono dietro false associazioni culturali o sportive, sui loro finanziamenti opachi e sull’assenza troppo spesso di un responsabile legale. Chiediamo poi di imporre che ogni finanziamento dall’estero sia ammesso solo dopo un controllo ministeriale. A oggi le moschee abusive pullulano, infatti, grazie a sovvenzioni provenienti da Paesi e organizzazioni vicine ai Fratelli Musulmani, che portano con loro la volontà di sovvertire il nostro sistema democratico per imporre la Sharia».

Manodopera cristiana

Contrastare l’islamizzazione, per Cisint, significa anche intervenire sui canali d’ingresso: «Per la manodopera - ha assicurato - è ora di guardare a segmenti di immigrazione di cultura cristiana: oggi si formano vere e proprie “città islamiche nelle città”, ghetti nelle scuole, mentre esiste una manodopera straniera che condivide la nostra storia e le nostre radici ed è disponibile a lavorare da noi e su quella bisogna puntare». Il segretario della Lega Fvg, Marco Dreosto ha aggiunto: «Vogliamo colmare le lacune normative sul velo integrale e le moschee irregolari».

La replica

«Bizzarro - ha osservato la deputata dem Debora Serracchiani - sentire esponenti della Lega lanciare allarmi su immigrazione e legalità proprio mentre al Viminale siede il loro ministro fiduciario, che su questo ambito ha piena competenza. Cisint fa tanta propaganda forse perché vuole candidarsi alla presidenza del Fvg, ma nulla di concreto per il territorio». —

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