Tragedia sul lavoro, morti due operai di 23 e 30 anni

L’incidente lunedì 4 agosto, nella frazione di Veternigo di Santa Maria di Sala (Venezia). Le due vittime, di 23 e 30 anni, erano all’interno di una vasca per la raccolta dei residui biologici

Giacomo Costa, Alessandro Abbadir
Il luogo dell'incidente (foto di Lorenzo Pòrcile)
Il luogo dell'incidente (foto di Lorenzo Pòrcile)

Tragedia nella mattinata di lunedì 4 agosto, nella frazione di Veternigo di Santa Maria di Sala (Venezia), dove hanno perso la vita due operai impegnati nella pulizia di una fossa biologica.

L’allarme è scattato intorno alle 10, da via Desnam, dove si sono precipitati i sanitari del 118, i vigili del fuoco, i carabinieri e gli ispettori dello Spisal.

Le due vittime, di 23 e 30 anni, erano state chiamate dal proprietario di una villetta in piena campagna. Una casa in cui si stanno facendo dei lavori di ristrutturazione. Avrebbero dovuto sistemare la fossa settica all'interno della proprietà. Non è chiaro a che punto del lavoro fossero arrivati, ma sarebbero stati soffocati dalle esalazioni prima che potessero mettersi in salvo

I pompieri hanno impiegato quasi un’ora per recuperare i corpi e, purtroppo, per loro non c’è stato niente da fare, nonostante gli sforzi dei soccorritori del Suem presenti sul posto.

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Lo Spisal è arrivato sul posto con quattro tecnici, un medico e un chimico, tutti impegnati a ricostruire con precisione l’accaduto. Stando ai rilievi del servizio di prevenzione dell’usl 3, confermati dagli specialisti del nucleo biologico dei pompieri, nella vasca di raccolta è stata registrata la presenza di idrogeno solforato; il gas sarebbe quindi la più probabile causa dell’incidente che ha portato alla morte i due operai di origini egiziane.

Non si esclude che uno dei due si sia sentito male per primo e che il secondo, nel tentativo di soccorrere il collega, si sia lanciato a sua volta nella fossa, per venire sopraffatto immediatamente dalle stesse esalazioni.

La ricostruzione dell’accaduto è ancora oggetto di verifica, però, tanto da parte dello Spisal quanto dei militari dell’Arma.

Il luogo della tragedia

La tragedia è avvenuta al civico 62 di via Desman. Si tratta di una villa che fino a quattro anni fa aveva ospitato degli extracomunitari tramite una cooperativa. Ora è stata acquistata da privati, ma al momento, fa sapere il sindaco Alessandro Arpi, presente sul posto, «non risulta alcun residente a questo civico».

I sindacati: «Strage senza fine»

Sul posto anche Daniele Giordano, segretario della Cgil metropolitana. «Una strage senza fine che continua, si vedranno le responsabilità. Anche oggi due ragazzi che hanno lasciato la vita mentre lavoravano. Questa non è una fatalità, ma succede perché non si crede nella tutela della vita dei lavoratori e non ci sono adeguati investimenti in formazione e prevenzione. Smettiamo di dire che è una fatalità, perché questa è una strage senza fine. Speriamo che si faccia chiarezza anche sulla regolarità dell'appalto, che non ci siano altri elementi di lavoro nero o altro che aggraverebbero un quadro già drammatico per le loro famiglie».

Il segretario generale di Uil Veneto Roberto Toìgo parla di «tragedia enorme» ed «evento inaccettabile». «I morti sul lavoro nel Veneziano sono raddoppiati rispetto all’anno scorso – evidenzia –  vuol dire che qualcosa non funziona. Non conosciamo l’esatta dinamica dell’incidente, ma non possiamo non porci delle domande. Chi manda questi operai, ha spiegato loro la pericolosità della mansione? Ha dato loro le giuste indicazioni? E soprattutto, ha messo in atto tutte le procedure di sicurezza e ha vigilato perché vengano rispettate? Noi come sindacato, i colleghi, i familiari e tutta l’opinione pubblica abbiamo bisogno di risposte a queste domande. E devono essere convincenti, perché così non si può andare avanti».

Il segretario generale della Cisl Venezia Michele Zanocco aggiunge: «I decessi sul lavoro non sono più accettabili e come organizzazione sindacale è da tempo che chiediamo più controlli. Come Cisl lo diciamo da tempo: la sicurezza non è un lusso, non è un costo ma è la prima, vera priorità nazionale, il nucleo da cui far partire un accordo che vincoli parti sociali e istituzioni verso un obiettivo di civiltà. Serve davvero una svolta concreta su prevenzione, controlli, formazione e investimenti: è tempo dei fatti. Confermiamo la necessità di aumentare i controlli nelle aziende e i piani specifici d’intervento nel territorio metropolitano. Ma tutto ciò può avvenire solo mediante il rafforzamento degli organici del personale ispettivo. Le responsabilità sui singoli incidenti vanno accertate dagli organi competenti e punite se è il caso. Resta forte e determinato il nostro impegno sul fronte della prevenzione sui luoghi di lavoro affinché prevalga l’attenzione costante su questo fronte da parte di tutti i soggetti per fermare questo triste epilogo».

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La politica

«Sono profondamente scosso dalla tragedia avvenuta oggi a Veternigo di Santa Maria di Sala», il cordoglio del sindaco metropolitano Luigi Brugnaro. «È un dramma che colpisce al cuore tutta la nostra comunità, ricordandoci ancora una volta quanto lavoro e sicurezza debbano camminare sempre insieme».

«Un’altra tragedia sul lavoro che lascia sgomento e dolore», interviene il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia. «Morire sul lavoro è inaccettabile. È necessario accertare con rapidità se siano state rispettate tutte le condizioni di sicurezza, se gli operatori erano adeguatamente formati, se l’intervento era stato pianificato e controllato con la dovuta attenzione. Serve rigore, formazione e consapevolezza a tutti i livelli dei rischi di certi interventi, specie in ambienti confinati come fosse e cisterne, perché non possiamo continuare a contare morti sul lavoro».

«È inaccettabile, è una tragedia senza fine che si consuma troppo spesso nel silenzio della politica», le parole di Andrea Martella, segretario regionale del Partito Democratico del Veneto. «Non possiamo abituarci. Non possiamo voltare la testa dall’altra parte. Nessuno può chiamarsi fuori. La sicurezza sul lavoro deve tornare al centro dell’agenda politica, nazionale e regionale».

«Drammi come questo sono una ferita per l'intera comunità», dichiara il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, esprimendo «profondo cordoglio per la tragedia».

Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra: «Siamo vicini alle famiglie delle vittime, ma dire questo non basta. Dobbiamo imparare a dire di no, con forza. Chi fa politica in primis. Ma anche la società civile e il mondo dell'impresa. Perché la vita viene prima di tutto. Non possiamo considerare queste morti come fatalità. Sono il segno di un sistema che ha smesso di garantire sicurezza. E il silenzio delle istituzioni fa più rumore della cronaca nera».

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