Il Covid continua a circolare, resta un pericolo per i più fragili

A Treviso l’incontro "Prevenzione e cura Covid – Da pandemia ad endemia, ma non abbassiamo la guardia": 2.500 nuovi casi e 61 morti in una settimana

Personale sanitario a lavoro all'interno dell'hotspot tamponi Asl di via Negarville, a Torino, 31 dicembre 2022.ANSA/JESSICA PASQUALON
Personale sanitario a lavoro all'interno dell'hotspot tamponi Asl di via Negarville, a Torino, 31 dicembre 2022.ANSA/JESSICA PASQUALON

I dati ufficiali della settimana dal 14 al 20 novembre scorsi mostrano che il Covid-19 continua a circolare con forza: 2.561 nuovi casi, 61 decessi (198.398 dall'inizio della pandemia), 217.124 positivi, 28 persone entrate in terapia intensiva.

Il dato è emerso nell'evento "Prevenzione e cura Covid-Da pandemia ad endemia, ma non abbassiamo la guardia" organizzato il 2 dicembre a Treviso da Motore Sanità, con il contributo di Pfizer. Nel corso dell'incontro è emerso che i numeri rappresentano un segnale d'allarme, soprattutto per i cittadini più fragili, come anziani, immunodepressi e persone con patologie croniche.

Le coperture vaccinali per le popolazioni fragili devono essere ulteriormente incentivate, ma c'è anche l'utilizzo degli antivirali, che riducono l'ospedalizzazione nell'80% dei casi se somministrati entro i primi cinque giorni dall'insorgenza dei sintomi, che però stentano a diventare una prassi consolidata.

«Resta fondamentale non abbassare la guardia - ha sottolineato Luciano Flor, della direzione scientifica di Motore Sanità -. Infatti, la caduta di attenzione verso questa infezione continua ad avere un impatto importante sulle condizioni di salute dei cittadini, e in particolare di quelli in condizione di cosiddetta fragilità. Il virus sta continuando e continuerà a circolare, resta quindi fondamentale non sottovalutare le sue ricadute sulle popolazioni di pazienti fragili che metterebbe a rischio salute e la vita - ha aggiunto - nonché l'organizzazione e il funzionamento delle strutture di cura».

Per Francesco Benazzi, direttore generale dell'Ulss 2 Marca trevigiana, «nonostante il Covid sia oggi considerato una malattia endemica, i dati più recenti ci ricordano che è ancora una minaccia concreta, soprattutto per le persone più fragili. Ogni settimana, ancora troppe vite vengono perse a causa di una mancata prevenzione o di interventi terapeutici tardivi. La nostra priorità, come sistema sanitario, deve essere quella di rafforzare le strategie di protezione per i pazienti più vulnerabili. In primis, incentivando ulteriormente la vaccinazione: un'arma che si è dimostrata essenziale per ridurre mortalità e complicanze gravi. Parallelamente, dobbiamo favorire l'accesso agli antivirali».

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