Processo Grillo Jr, pm 'imputati inattendibili, condanna 9 anni'

La replica di Capasso: 'la vittima non ha mai cambiato versione'

(ANSA) - TEMPIO PAUSANIA, 02 SET - Imputati inattendibili, "hanno adattato la loro versione a seconda delle indagini", la ragazza invece "ha sempre ripetute le stesse cose" senza mai cambiare le sue dichiarazioni. E' questa per il procuratore Gregorio Capasso "la vera chiave di lettura" del processo per violenza sessuale di gruppo su due giovani donne che vede imputati a Tempio Pausania Ciro Grillo e tre suoi amici genovesi, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. Il pm ha parlato questa mattina in sede di replica, due ore di ricostruzione dei fatti già sottolineati dall'accusa in tre anni di dibattimento, perlopiù a porte chiuse. Alla fine Capasso ha confermato la contestazione di stupro di gruppo e le richieste di condanna: 9 anni per tutti e quattro gli imputati, compreso Corsiglia, l'unico che in aula ha ammesso un rapporto sessuale ma consenziente con la principale accusatrice, negando però di aver abusato di lei e della sua amica insieme a Ciro jr, Capitta e Lauria. Nella replica il procuratore si è soffermato sulla sequenza temporale degli eventi avvenuti, stando alle accuse, la notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 nella villetta della famiglia Grillo a Porto Cervo. "La difesa - ha detto Capasso - si è dilungata in fase dibattimentale a smontare la ricostruzione oraria degli eventi contestati, ma tutta la condotta violenta era emersa già in fase di denuncia e nella prima contestazione originale, alla quale poi è seguita anche la deposizione della ragazza". Rivolto quindi al collegio del tribunale, presieduto dal giudice Marco Contu, il pm ha chiarito: "Vi invito ad individuare la vera chiave di lettura di questo processo: l'inattendibilità del racconto dei ragazzi che man mano hanno adattato la loro versione temporale a seconda delle indagini. Mentre la ragazza ha sempre ripetuto le stesse cose, la sua versione è sempre la stessa, non c'è stato alcun adattamento". Dopo una breve sospensione, la parola passerà ora, sempre in fase di replica, all'avvocata Giulia Bongiorno, che rappresenta come parte civile la studentessa italo-norvegese, all'epoca 19enne, che denunciò la violenza. (ANSA).

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