Processo Grillo Jr, avv. Bongiorno 'ragazza è una sopravvissuta'

Legale parte civile: 'Con una violenza sessuale si muore dentro'

(ANSA) - TEMPIO PAUSANIA, 02 SET - "La ragazza aveva come unico problema dopo quella sera, quello di sopravvivere alla violenza". Così Giulia Bongiorno replica alle difese dei quattro imputati, che nelle udienze precedenti hanno contestato alla principale accusatrice di Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, un comportamento non consono al trauma che la presunta vittima dello stupro di gruppo avrebbe subìto, una studentessa italo-norvegese all'epoca dei fatti 19enne. "I legali - ha proseguito l'avvocata di parte civile - hanno analizzato, come facendo una lastra, la vita della ragazza, parlando di un numero spropositato di foto scattate dalla studentessa nei mesi successivi all'episodio di Porto Cervo, ma la mia assistita si occupa di moda, la fotografia fa parte delle sue passioni e del suo mondo del lavoro. Una foto in topless sarebbe incompatibile con un trauma subito?", si è chiesta provocatoriamente Bongiorno per poi chiarire: "Quando c'è una violenza sessuale si muore dentro, ma tutte le vittime cercano di nascondere quanto subito e cercano di vivere la loro vita di prima". L'avvocata della parte lesa si è quindi soffermata sul meccanismo dell'autocolpevolizzazione delle vittime: "È la prima reazione di una donna dopo una violenza. La mia assistita pensa che quella violenza se la meritava perché si colpevolizza di aver bevuto in modo eccessivo, di essere andata a casa di Ciro Grillo". Secondo Bongiorno, questo si evince da una registrazione vocale inviata ad un'amica giorni dopo, nella quale dice chiaramente: "Qualsiasi cosa abbiamo fatto quei tizi me la sono cercata". La legale ha poi ribadito due punti già citati durante il dibattimento anche dal procuratore Capasso, quello riguardante l'alto consumo di alcol da parte della presunta vittima, e quindi il suo non essere lucida, e l'episodio del tabaccaio: "La mia assistita non ha mai detto di essere andata quella mattina del 17 luglio, dopo le violenze, con i ragazzi a comprare le sigarette in un tabacchi di Porto Cervo. Fatto che emerge solo dalle dichiarazioni dei ragazzi, ma che non trova riscontro nei contapassi del cellulare sia dei quattro che della mia assistita. Lei - ha ribadito Bongiorno - non ha mai lasciato la villetta per poi farvi ritorno accompagnata da loro". (ANSA).

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso