PerFare, l'arte il teatro e la danza come strumento d'inclusione
(ANSA) - ANCONA, 13 GIU - L'arte, il teatro e la danza come strumento d'inclusione dei più fragili: dai malati, agli anziani ai minori traumatizzati. Questo lo scopo del progetto di welfare culturale "PerFare" presentato oggi al Museo Omero di Ancona, che ha coinvolto cinque Paesi europei (Italia, Portogallo Romania, Svezia e Ungheria) con capofila il Consorzio Marche Spettacolo. Sostenuta dai fondi di Europa Creativa (200.000 euro), l'iniziativa ha messo in campo otto percorsi per un totale di 36 mesi di attività, e ha coinvolto oltre 400 persone. Ad illustrare l'iniziativa, la direttrice e la presidente del Consorzio Marche Spettacolo Lucia Chiatti e Katiuscia Cassetta, assieme all'assessora alla Cultura del Comune di Ancona Marta Paraventi e agli artefici dei due percorsi promossi dall'Italia. Il primo, dell'associazione Piombini Sensini Ets con sede a Macerata, realizzato da Isabella Carloni dell'associazione Rovine Circolari, ha coinvolto quattro comunità di minorenni e adulti che vivono situazioni di difficoltà familiare o personale e si è incentrato sul teatro e le arti performative mettendo al centro della loro attività il sogno, declinato in diverse forme a seconda dell'età dei partecipanti. Il secondo, effettuato invece da Patrizia Salvatori e progettato dal Gruppo Danza Oggi per l'associazione di Jesi "Un Battito di Ali", ha interessato alcuni degenti del reparto di Cardiochirurgia Pediatrica e Congenita presso gli Ospedali Riuniti di Ancona, coinvolgendo i pazienti in un'interazione che offriva loro la possibilità di rispecchiarsi in movimenti coreografici e di esplorare nuove forme di comunicazione non verbale. Entrambe le esperienze, secondo i loro artefici, sono state in grado di approfondire la conoscenza di sé e del proprio corpo da parte dei partecipanti, favorendo il loro benessere e l'espressione delle emozioni, col risultato di accrescere la loro fiducia nelle proprie possibilità e negli altri. "Un occasione - ha commentato Chiatti - per creare anche un punto di contatto tra nazioni culture e ambiti diversi; "il progetto ha permesso un confronto diretto tra il mondo dell'arte e dello spettacolo - ha osservato Cassetta - e quello della sanità a livello europeo che insieme possono contribuire a prevenire situazioni di disagio fisico e psichico, abbassando i costi sanitari". Per Paraventi, infine, "si tratta di un'esperienza che nelle persone fragili accresce la fiducia nelle proprie possibilità, e che intendiamo proporre nella prossima edizione del Festival di Teatro in Carcere come opportunità di riscatto senza mediazione digitale". (ANSA).
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso