Izs, salgono a 26 i focolai di dermatite bovina in Sardegna

(ANSA) - CAGLIARI, 18 LUG - Salgono a 26 i focolai di dermatite nodulare contagiosa (Lsd), che colpisce i bovini, confermati in Sardegna oggi. Lo conferma la rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali Italiani, da circa un mese in prima linea con un ruolo centrale per l'Izs della Sardegna e quello di Teramo, dal 1991 Centro di Referenza per le malattie esotiche degli animali (CESME), impegnata nelle attività di monitoraggio e sorveglianza. La malattia virale in poche settimane ha fatto registrare una rapida diffusione sull'Isola. Il primo caso in Italia risale al 21 giugno in provincia di Nuoro e, poi, un nuovo focolaio in un allevamento in provincia di Mantova, estinto nel giro di pochi giorni mediante l'abbattimento dei bovini. Identificata per la prima volta in Zambia negli anni Venti, la Lsd si è poi diffusa in modo endemico in gran parte dell'Africa, per arrivare, negli ultimi anni, anche in Medio Oriente, Asia ed Europa dell'Est. L'Italia, che era rimasta fino a un mese fa indenne, con il primo focolaio sardo e, poi, con quello lombardo, ha perso lo status di Paese "Lsd free". "La priorità in questa prima fase è stata confinare la malattia - dichiara la direttrice generale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, Simonetta Cherchi - e definire rapidamente insieme alle Autorità regionali, al Ministero e al Centro di Referenza Nazionale per l'Epidemiologia Veterinaria, la Programmazione, l'Informazione e l'Analisi del Rischio (Covepi) la strategia di contrasto all'infezione. Adesso è fondamentale il supporto degli allevatori: nei prossimi giorni inizieranno le vaccinazioni. Vaccinare i capi nel più breve tempo possibile può fare la differenza per contrastare la malattia". Benché non si trasmetta all'uomo, il virus ha un impatto sanitario ed economico rilevante: causa una riduzione della produzione di latte, aborti, danni alla qualità delle carni e delle pelli, con conseguenze gravi per le aziende. "Le istituzioni e le autorità stanno lavorando in sinergia per ridurre al minimo gli impatti sanitari ed economici della malattia - prosegue Cherchi - adottando tutte le misure previste dalle normative europee. Solo grazie a una applicazione efficace e tempestiva delle procedure e alla collaborazione degli allevatori, si potranno mitigare gli effetti sugli allevamenti. Più che mai in questa situazione, la Rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali è una risorsa fondamentale in termini di professionalità, mezzi e strutture. La nostra Rete garantisce una costante attività di sorveglianza e monitoraggio e rappresenta una garanzia per la salute pubblica". (ANSA).
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